La comunicazione ingannevole
 











In un mondo come quello attuale dove il flusso delle informazioni non si arresta mai e laddove emergono in continuazione nuovi soggetti pubblici e privati capaci di offrire opportunità sempre più all’avanguardia, verrebbe da pensare  che stiamo attraversando un periodo almeno sotto questo aspetto  sicuro se non proprio felice. Le cose non stanano esattamente  in questo modo, giacché  una macchinazione occulta ma potente orienta sempre più le nostre convinzioni secondo il modello che si intende veicolare  o meglio imporre.  E’ la strategia del resto della comunicazione social che è stata recentemente “smascherata” da uno studio di Jianwei Kun intitolato “Ipnocrazia”.  I social network sostiene lo studioso non sono piattaforme di comunicazione bensì camere di induzione ipnotica di massa perfettamente progettate. Se ne deduce che la viralità non è un fenomeno spontaneo ma una forma di contagio ipnotico.
Possiamo averne la conferma citando qualche esempio. In occasione del  recente festival di Sanremo, la vulgata  tradizionale ha battuto la grancassa sul grande successo  conseguito dall’infernale  sagra canora. Ovviamente tutti se la sono bevuta in linea con quella forma di ipnosi indotta a cui si è accennato e che ha trascurato un’altra (la  sola) verità. L’evento  è stato seguito più o meno da una decina di milioni di persone  grazie anche allo  strombazzamento di diversi mesi realizzato da tutti i mezzi di comunicazione e alla “desistenza”  programmatica  a favore della Rai messa in atto da tutte le reti televisive concorrenti. Non è stato rilevato viceversa  come una cinquantina di milioni di nostri concittadini  non hanno invece seguito la competizione sanremese e hanno evidentemente (e fortunatamente) fatto o visto altro. Questa tecnica di comunicazione “ipnotica” è diffusa in po’ in tutti i settori, l’obiettivo è oscurare  la realtà oggettiva  per far prevalere  dati fasulli o contraffatti. E’ del restoquello che avviene ormai dappertutto in occasione delle competizioni elettorali, laddove i risultati di una minoranza vengono esaltati come un successo plebiscitario (la preferenza espressa dal 25/30 per cento su un  totale della metà circa degli  aventi diritto al voto).In tutti questi casi la comunicazione messa in atto  segue un unico percorso (e interesse),  fa presa anche su interlocutori meno sprovveduti e alla fine ha sempre la meglio.  Ogni trend comunicativo, ce lo ricorda ancora Kun, è un’onda  di trance collettiva che si autoalimenta senza soddisfarsi mai. Il potere  non si esercita più mediante l’oppressione ma attraverso le storie che consumiamo o condividiamo e a cui crediamo. In pratica si instaura un nuovo regime che manipola la percezione trasformando radicalmente il nostro rapporto con l’autenticità. Personaggi ad esempio come Trump o Musk sono i “sacerdoti”  di questa nuova architettura  della realtà, capaci di modulare i desideri, riscrivere le aspettative fino acolonizzare addirittura  l’inconscio. E non è probabilmente neanche  un caso se un filosofo “planetario” come Edgar Morin, che ha superato ormai la soglia di un secolo di vita, ci esorta  ancora  ad uscire da questo sonnambulismo ipnotico  con  un libro che significativamente si intitola “Svegliamoci”.
Antonio Filippetti






2025-03-01


   
 



 
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