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Raffaele Urraro
oltre le tenebre il buio |
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Raffaele Urraro torna in questi giorni in libreria con “Oltre le tenebre il buio”, un nuovo volume di poesie; la silloge è tripartita, suddivisa cioè in tre sezioni, la prima più corposa, intitolata “Pensieri e parole al tempo del covid”, la seconda “Poesie recuperate” e la terza infine “Il destino della Gorgonia”. Sono tre momenti dell’ispirazione poetica di Urraro ma in tutte e tre le sezioni, ovvero in tutti testi si evidenza una unità di stile e di contenuti. Il volume può esser letto come un “riepilogo” dell’ propensione lirica che sostiene e anima la versificazione di Urraro ed è sicuramente di grande pregio. Il poeta riflette infatti acutamente sui grandi temi dell’esistenza: la fugacità del tempo, (“ma il tempo si sbriciola/ come neve al sole”), la frammentarietà delle passioni, (“il passato è polvere disogni/ormai sepolti nelle praterie del cielo”), il senso della vita che sfugge inseguendo sogni e desideri e l’inevitabile approssimarsi della fine (“la morte non fa sconti/perché sa di essere/un fiore che solo una volta fiorisce”). In questo senso è sicuramente una spia indicativa la citazione dalla Tempesta di Shakespeare (“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e nello spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”) che Urraro posta in epigrafe del suo lavoro. Ma il poeta ci invita (o costringe) a misurarci con la precarietà esistenziale con una grazia stilistica di grande momento confermando una maturazione espressiva di assoluta rilevanza. Nel repertorio delle assonanze e condiscendenze non mancano i richiami ai poeti del passato come del presente con i quali Urraro sembra istituire un fecondo rapporto emotivo, una sorta diremmo di parentela affettiva che dà anche la misuradella capacità del poeta di rapportarsi in un continuum esistenziale che fa leva sempre sulla parola poetica. E in questo contesto il riferimento più pregnante non può non essere Giacomo Leopardi alla cui opera Urraro ha dedicato negli anni corposi e apprezzati saggi critici. Ed è ancora l’omaggio al grande recanatese a coinvolgere Urraro: “troppo piccola la città/per uno spirito che volava/oltre le stesse”. E qui entra in gioco il fare poesia sulla falsariga degli affascinanti temi della poesia leopardiana: l’incanto della notte, il cielo stellato, il silenzio della natura. Ma più ancora Urraro ribadisce il valore della parola che è poi l’unica arma del poeta: ”la parola smuove la montagna/la parola è la magia del corpo/la parola è una mano che stringe/la parola è una voce che vibra/la parola è luce nella notte”. Ed è in questo che si riconosce la funzione insostituibile del poeta e con essa naturalmente laqualità e la suggestione della poesia di Urraro. Antonio Filippetti
Raffaele Urraro Oltre le tenebre il buio Volturnia Edizioni,pp.94 euro 14,00 |
2025-04-01
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