Una recente iniziativa romana di offrire i musei come spazio per ospitare la musica, quella ultima, napoletana, del Museo di Capodimonte, di mettere a disposizione della pianista e compositrice Giulia Mazzoni una sala per un concerto che proponeva come principale motivo di attrazione una composizione dedicata alla pittrice Artemisia Gentileschi in occasione della giornata contro la violenza alle donne, quella di qualche anno fa, sempre a Capodimonte, di un concerto di musiche di Roberto De Simone eseguite con più orchestre nel parco della reggia, ed altre aperture dei nostri più significativi ricettacoli di arte e di cultura più ampiamente intesa, portano all’attenzione un dinamismo, una vivacità ed un ampliamento dell’offerta culturale delle nostre istituzioni museali che conforta. Siamo ancora lontani da quella perla, purtroppo estinta, che fu il Luglio musicale a Capodimonte, ma al di là di finalità demagogiche, incongruenzadell’evento con il luogo prescelto e discutibile valore artistico di alcune delle esibizioni dianzi accennate, questi fermenti non possono certo dispiacere. Stornando la mondanità, ancora oggi tanto trainante, una modalità che resta più schiettamente culturale, e forse per questo non opportunamente strombazzata, è quella proposta dall’associazione MusiCapodimonte già ben sette anni fa e regolarmente condotta, di esecuzioni pianistiche illustrate, nei fine settimana, ancora una volta tra le pareti della magnifica reggia che ospita il Museo di Capodimonte. Istituzione museale cittadina, nazionale e mondiale massima, il Museo di Capodimonte, in perfetta adesione al termine “museo”, che etimologicamente significa “luogo sacro alle Muse”, offre al visitatore una collezione ricca di circa cinquantamila pezzi che documentano la pittura dal Duecento ai giorni nostri con autori viventi e firme quali Andy Wharol, Tiziano, Masaccio, Luca Giordano, Raffaello, Battistello Caracciolo,Caravaggio, Parmigianino, Carracci e tante altre ancora, sculture con ogni tecnica, tutto tondo, bassorilievo, altorilievo, incisione, e con i più vari materiali, dal bronzo al marmo alla porcellana, oggetti vari, da guerra e da arredo, la bellezza architettonica di un palazzo reale del Settecento e la magnificenza di un parco dalle dimensioni straordinarie. Da qualche anno, la musica, con regolarità, attraverso l’arte della composizione di artisti eccezionali quali Bach, Beethoven, Domenico Scarlatti, Haydn, Prokofieff o Khachaturian e dell’interpretazione di un musicista che esegue al pianoforte illustrando di volta in volta le pagine scelte. Un vera, autentica casa delle Muse, allora, estremamente cangiante e viva, che può giustificare una frequentazione non occasionale ma ripetuta anche frequentemente, per l’estrema ricchezza dell’offerta e la continua varietà della musica da ascoltare. Sarebbe veramente bello che ogni museo ospitasse regolari momenti musicali, ma ancheteatrali, mettendo in mostra non solo opere d’arte, ma artisti in carne ed ossa ed il loro operare. Con ogni probabilità anche le Muse ne sarebbero contente.
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