Aggiornamenti-Il nuovo oppio dei popoli
 











Uno degli enunciati più famosi e citati di Karl Marx è che “la religione è l’oppio dei popoli”, un’affermazione con cui il filosofo intendeva sostenere che, il voler far credere come sostengono le fedi religiose che ci sia nell’aldilà un risarcimento per tutti coloro che hanno dovuto subire  torti in questo mondo, è nient’altro che un modo per tenere i popoli in una forma di soggezione e soprattutto per poterli gestire in condizione di  costante subalternità. Sia come sia, è fuori di dubbio che le religioni continuano a fare  per così dire il loro lavoro con i risultati che ciascuno può vedere  e giudicare. Ma ora  potemmo dire che si  è aggiunta una nuova sostanza, quasi una droga  di nuovo stampo che fa concorrenza al vecchio oppio e affascina e  soggioga le coscienze del nostro tempo.  Questa nuova sostanza addomesticante arriva dalle moltissime stazioni televisive che quotidianamente  affascinano e addormentano i cervelli del popolo  propinandomassicce dosi di narcotici   calcistici.   Ogni sera infatti, chi volesse sintonizzarsi sui canali televisivi  regionali  (il fenomeno è sicuramente nazionale), si troverebbe coinvolto in  dispute infinite sui mali e sulle disgrazie  della  squadra  di calcio del cuore. Si badi bene che non si tratta del rituale  e comprensibile post partita, ovvero  il resoconto critico della giornata con annesse polemiche e discussioni, ma di interminabili, sciroppose  interpretazioni  sul perché e per come  è avvenuto quello che è avvenuto. Sono decine e decine  di ore di trasmissioni laddove convergono presunti esperti (giornalisti, ex calcatori o allenatori, commentatori improvvisati, ma anche tifosi occasionali “ingaggiati” via telefono) che spesso litigano tra di loro perché ciascuno pare consapevole del verbo, ovvero  ritiene di conoscere tutto e pertanto essere in grado di “sparare” la sentenza definitiva. Salvo poi, solo poche ore dopo, magari su un’altra emittente (i personaggi in questionevivono in pratica negli studi televisivi) affermare tutt’altra cosa con il solito piglio asseverativo e risolutorio. Quest’ andazzo dura tutta la settimana,  tutte le sere, cioè sempre.
Ora passare qualche minuto in compagnia di questi “cantastorie” può anche essere divertente se non altro per prendere gusto degli strafalcioni che vengono propinati   e che fanno ovviamente inorridire la lingua di Dante e Leopardi, ma il punto è un altro. Com’è possibile che non si possa fare altro, dedicare un po’ di spazio e tempo a problemi  ben più seri,  addirittura drammatici  e meritevoli sicuramente di essere approfonditi e denunciati. Ne cito solo uno: il tragico susseguirsi delle morti sul lavoro di cui stiamo registrando un primato. Eppure non se ne parla, nessun canale sembra abbia voglia di organizzare programmi e inchieste al riguardo preferendo discutere per ore e ore dei capricci del presunto bomber milionario invece che dare un po’ di attenzione a quel padre di famiglia che magari ci rimette la pelle  schiacciato da un macchinario difettoso  e che  lascia la famiglia a mani vuote, per di più nel silenzio dei media. Come accennato, si tratta solo di un esempio ma si potrebbe spaziare in lungo e in largo: dalla criminalità giovanile in costante aumento alla povertà che investe ormai anche la classe media (abbiamo toccato il record degli ultimi dieci anni), alle frodi che cittadini inermi subiscono sia dai privati che dalle istituzioni. Senza parlare ovviamente dello sfascio della sanità pubblica o  della tragica crisi della scuola. Certo ci sarebbe da fare i conti con i costi e la professionalità ma si potrebbe almeno tentare qualcosa. Invece  niente di tutto ciò; il pallone come viene definito il gioco del calcio  fornisce gli alibi per il silenzio  e somministra quel nuovo  oppio  alla cui assuefazione nemmeno Karl Marx avrebbe probabilmente creduto.
Antonio Filippetti






2024-06-01


   
 



 
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