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Ricordo
Alberto Testi
nel ricordo della figlia Livia
di Livia Testi
Molti conobbero Alberto Testi pittore ed ebbero occasione di apprezzarne
le doti morali, fisiche, intellettuali ed umoristiche; ma, solo
a pochi fu noto uno dei lati peculiari della sua ricca personalità
di artista. Se non fosse stato pittore sarebbe stato musicista.
Per tutto l'arco della sua vita fu un assiduo frequentatore delle
sale concertistiche e teatrali. Chi lo osservava, in quei momenti,
rapito in una dimensione soprannaturale, vedeva riflessa nei suoi
occhi profondi e pensosi la luce stessa della magia musicale.
Acuto ed attento intenditore, conosceva profondamente la vita e
le opere dei grandi compositori. Gli bastava ascoltare solo alcune
note per capire immantinente a quale opera appartenessero. Riusciva
anche a capire, con una dinamica degna di un direttore d'orchestra,
la capacità esecutiva d'ogni singolo orchestrale. Era, pertanto,
considerato dai Maestri Amatruda, Cafaro, Falcicchio e Gissi un
sensibile e profondo critico musicale.
Al nome del maestro Gissi è legato un simpatico episodio.
Un giorno, mio padre, che era dotato di orecchio e voce musicale,
stava affrescando un soffitto della stazione ferroviaria; accompagnava
le pennellate con le note di una romanza della Tosca, imitando alla
perfezione la cornetta, il cui suono riusciva ad ottenere atteggiando
in particolare maniera il labbro inferiore. Passava, in quell'istante,
il Maestro Gissi e, attratto dalla maestria con cui veniva suonato
il " presunto strumento ", si fermò e cercò
con lo sguardo il " presunto suonatore ". Non riscontrandone
la presenza, si rivolse ad un ferroviere che sostava poco distante,
con fare interrogativo. L'uomo sorridendo rispose che non vi era
alcun musicante, bensì il pittore Testi che imitava con la
bocca tale strumento. Meravigliatissimo, ma scettico, il Maestro
volle salire sull'impalcatura per soddisfare la propria curiosità
e, constatata la verità, con entusiastico slancio manifestò
la sua ammirazione dicendo: " ''Bravo, Testi! Hai ingannato
un esperto! Ti riconoscevo già i talento pittorico, oggi
devo riconoscerti anche quello musicale ".
Il Maestro Gissi non si sbagliava infatti, quando mio padre era
posseduto dall'estro, dava di piglio alL sua " arpa - chitarra
", strumento che aveva portato con sè dall'America e
la sua mano, allora, diventava la tattile eco di quelle armonie,
che la sua anima respirava nelle invisibili sfere dell'ideale artistico.
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