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Biografia
Alberto Testi nasce il 24 aprile 1874 a San Severo
(Fg) dove il padre Giovanni Sante Maria, lombardo, era stato trasferito
per il suo lavoro nelle ferrovie.
Ben presto il « desiderio » di dipingere si fa sentire
ed il giovane ' va a bottega', come apprendista, presso una scuola
di disegno e decorazione diretta da un decoratore napoletano, Paolo
Cinelli; lì Alberto Testi ha come compagno 'di pittura' Riccardo
Sparavilla che, con lui, poi esporrà a Foggia, nella II Mostra
d'arte di Capitanata nel 1928 Ancora molto giovane (ca. diciannove
anni) inizia il suo peregrinare per il mondo in cerca di 'cultura':
Foggia, Napoli, Londra, Parigi; tranne una breve parentesi tra il
1898 e il 1,903 a Foggia, i viaggi riprendono fino al 1911 ca. (Roma,
Firenze 1903-1905, Rio de Janeiro, New York dal 1905 dove sposa
Vincenza De Stefano); riprendono fino al 1911 ca. Anni pieni di
fermento, dunque, per il giovane Testi, anni di appassionata sete
di vedere e conoscere, anni di assidua frequentazione delle Accademie
di Napoli e Firenze, lì dove l'arte, allora, dettava legge.
Poco o quasi nulla, di questi anni, ci è rimasto: uomo schivo,
alieno da testimonianze scritte, Alberto Testi operava con estrema
umiltà, come qualcuno giustamente ha detto, da buon 'operaio
dei colori Uniche testimonianze di questi viaggi: gli studi di nudo
e la copia da Bilivert, eseguiti alla Scuola serale di nudo fiorentina;
gli studi di costumi romani e due ritratti 'americani', dei quali
uno, soprattutto, è tutto intriso di cronache d'emigrazione,
fenomeno dilagante in quegli anni nel nostro meridione. (v. Ritratto
americano, coll. Gaudiano, Foggia).
Possiamo solo desumere le conoscenze -che il giovane Testi trasse
dai suoi viaggi: il realismo ed il verismo di tutta la scuola napoletana,
la tradizione macchiaiola a Firenze, l'eredità impressionista
a Parigi.
Intanto, gli anni trascorsi a Foggia, tra il 1898 e il 1903 non
lo vedono affatto passivo; inizia la sua militanza politica di socialista,
in un clima politico della storia locale quanto mai pieno di fermenti
altruistici ed umanitari: apre nel 1898 il circolo socialista Aurelio
Saffi in via Barra (bandiera rossa con fascia diagonale nera); nel
1902 è tra i fondatori della Camera del Lavoro; tra il 1900-1905
disegna la testata del 'Mefistofele', dando poi inizio alla pubblicazione
di Il Randello, fa scuola agli analfabeti.
Di questi anni si ricorda uno striscione da lui eseguito, ed affisso
sulla Caserma dei Carabinieri, che suonava così " Leggete
Mefistofele abbasso i Savoia ".
Sono gli anni 'roventi ' del crescente socialismo di Capitanata,
anni di lotte, di rivendicazioni, di acceso dibattito di idee.
Poi, intorno al 1905, Alberto Testi si allontana di nuovo dalla
sua terra per l'America.
Ritorna e, nel 1911 ca., apre il suo studio a Foggia in Piazza Cavour
Riprende l'attività politica fino a diventare consigliere
comunale dal 1914 al 1919 e scegliere la sinistra massimalista dopo
il Congresso di Livorno del 1921.
Ricopre anche la carica di Presidente del Sindacato artisti di Capitanata;
è vittima di un attentato, ma viene salvato dai suoi discepoli-operai.
Nel suo studio-bottega, infatti, lavoravano ed imparavano il mestiere,
alcuni apprendisti la cui giornata di otto ore lavorative veniva
da Testi retribuita, con magnanimità, per dieci ore.
Simile struttura studio-bottega era inoltre necessaria per i lavori
di decorazione allora quasi d'obbligo, anche per motivi di sopravvivenza
economica, per un pittore. Testi produsse molte opere di tal genere,
in edifici pubblici e privati di Capitanata (a Foggia, le volte
dell'aula magna del Palazzo di Giustizia; il soffitto del salone
- ristorante della vecchia Stazione; le chiese di S. Ciro e S. Giovanni;
volte di conventi a Foggia e Lucera), ma tutte andate distrutte
Intanto il fascismo e le sue persecuzioni lo sorprendono e lo coinvolgono
direttamente, anche con il carcere, dal quale riuscì ad uscire
solo perchè considerato idealista non pericoloso.
Il 1929 è l'anno in cui apre ufficialmente
una vera e propria scuola di disegno, organizzando nel suo studio,
in corso Garibaldi, una mostra personale permanente, trasferita
poi nel 1931 in Corso Vittorio Emanuele, ed ancora più tardi,
e, definitivamente, in Corso Giannone.
L'ambiente era, si tramanda, alquanto pittoresco, casa - studio
-deposito, con i modelli più svariati che entravano per posare:
accattoni, zingari, compagni di partito, contadini, uomini e donne
del popolo, tutti immortalati dal pennello realistico del pittore.
Intanto, in questi anni di 'reazione', l'impegno attivo nella realtà
politica sembra, dalle testimonianze e dai documenti pervenutici,
fortemente attenuato: Alberto Testi ci appare ora rivolgere il suo
messaggio sociale al popolo attraverso i canali dell'insegnamento
nel suo studio-scuola e, soprattutto, attraverso il ritratto pittorico
della realtà circostante.
Muore a Foggia ad ottanta anni il 22 gennaio 1954, avendo vissuto
serenamente, sempre nella pittura, gli ultimi anni della sua vita.
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