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Concerto di strumenti a corde |
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Rosario Ruggiero
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Si concluderà venerdì 2 maggio, alle 18,30, la piccola rassegna musicale inaugurata quest’anno, svoltasi nell’elegante salone del Decumani Hotel De Charme, all’interno dell’antico Palazzo Riario Sforza, in pieno centro storico partenopeo. Dopo un concerto canoro dedicato alla canzone classica napoletana, ed un concerto pianistico che ha spaziato da Domenico Scarlatti a Mozart, Chopin, Rachmaninoff Mendelssohn e Khachaturian, è ora la volta del quintetto di strumenti a corde Euterpe costituito da Adolfo Tronco e Massimiliano Del Gaudio ai mandolini, Giovanni Leonetti alla mandola, Emanuele Supino alla chitarra e Fabrizio Mandara al contrabbasso. Questa particolare formazione, che collabora stabilmente con l’Accademia Mandolinistica Napoletana e che ha già al suo attivo numerosi concerti e diverse apparizioni televisive «si propone di valorizzare la letteratura cameristica per ensemble a plettro sia di tradizione colta che di musica napoletana, inoltre, esperimenta l’esecuzione di brani appartenenti al repertorio classico ed operistico avvalendosi di specifiche trascrizioni. Mira al tempo stesso ad affrancare il mandolino da una consueta immagine folcloristica e popolare della città di Napoli che lo depaupera del suo intrinseco e antico valore musicale, e ad inserirlo sempre più nel novero degli strumenti classici al tempo stesso ampliandone il repertorio in ogni utile direzione», come ci spiega il fondatore Adolfo Tronco. Ed è infatti in piena sintonia con tale scopo programmatico la scelta delle musiche proposte, che prevede una sinfonia per due mandolini e basso continuo di Giovanni Battista Gervasio, una serenata e “Adorabil candore” di Giuseppe Branzoli, “Valzer cantabile” e “Preghiera” di Carlo Munier, “Saltarello”, “Tarantella” e “Danza spagnola” di Raffaele Calace, l’intermezzo da “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, il preludio dal primo atto di “Traviata” di Giuseppe Verdi, “Piscatore ’e Pusilleco” di Ernesto Murolo ed Ernestro Tagliaferri, “Maria Marì” di Vincenzo Russo ed Eduardo Di Capua”, “Torna a Surriento” di Giambattista ed Ernesto De Curtis, “’O sole mio” di Giovanni Capurro ed Eduardo Di Capua, per concludere con la tarantella dall’opera buffa “La festa di PIedigrotta”di Luigi Ricci, spaziando così vivacemente nei generi, nelle forme, nelle epoche e nelle emozioni. |
2025-05-01
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