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La clessidra e la sintesi dell’esistenza |
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Due nuove raccolte poetiche di Adriana Ostuni ci pongono a contatto con le tematiche essenziali della nostra vita poiché ci propongono una rivisitazione delle ragioni del nostro esistere in relazione a motivi determinanti quali il tempo, la condizione umana, la memoria di sé, le ragioni del nostro esistere. Nella silloge intitolata “Clessidra”, la riflessione poetica della Ostuni è tutta concentrata sull’evoluzione attraverso cui il tempo incide sulla nostra vita alimentando di volta in volta attese, desideri, speranze, sogni, delusioni, ma anche attimi di felicità e forse anche di “ terrena eternità” giacché ci consente di superare i limiti della nostra fisicità facendoci presagire qualcosa di “altro”: “perché è in bilico/ nello spazio tra il vago e il definito / che il tempo assapora l’essenza della vita”. Questa lezione esistenziale, proposta in chiave poetica, si specifica per così dire in termini più precisi nell’altra silloge intitolata non a caso “In Sintesi” e che rappresenta una forma di breviario lirico che invita a un’attenta meditazione. Il corpus poetico è suddiviso in sezioni che coinvolgono in qualche modo l’esperienza universale: sono significativi infatti i titoli stessi della suddivisione: Veritas, Amour, Cosmic, Chronos, Voyage. Ed è proprio in queste declinazioni che si svolge diremmo l’esercitazione poetica della Ostuni e che alla fine del viaggio (una “invitation “baudeleriana?) ci conduce a una considerazione positiva poiché è sempre possibile correre verso il sole: “smerigliare gli ingranaggi/ Scartavetrare la ruvidità” (…) “ Così da lambire scenari nuovi/che conducono verso il sole/ sulla rotta di viali alberati/ profumati di gemme di luce”. La Ostuni riesce felicemente a padroneggiare lo stile facendo propria la lezione leopardiana secondo cui la poesia deve essere essenziale, breve e concisa poiché deve soprattutto tramettere un ‘emozione. E qui gli esempi non mancano poiché tutta la raccolta è costruita rispettando questo canone estetico, ma è proprio in questa essenzialità che la poetessa coglie il segno e ci permette di riflettere: “Non puoi/far tornare in vita/una rosa ormai appassita” (memento); ”Nulla/oltre l’acqua/possiede il pozzo: la luna vi è soltanto riflessa” (riflessi); “Si sfiorano/ la foglia ingiallita/ e il fiore appena nato” (cicli); “Superiamo/il sentiero impervio/ per arrivare nel prato fiorito” (voyage); “Sono inciampata/ in un brusco incontro/E la vita è cambiata” (In sintesi). C’è anche un’eco dell’esperienza ermetica ma il flusso poetico sembra sgorgare sincero e maturo. Le due raccolte sono poi impreziosite da alcuni “segni grafici” realizzati dalla stessa autrice e si avvalgono di una puntuale scheda critica di Alessandro Lattarulo. Antonio Filippetti
Adriana Ostuni. Clessidra, pp.80, euro 10,00 In Sintesi, pp.88, euro 10,00 Edizioni Spazio Tempo |
2024-02-01
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