articolo 2429

 

 
 
L’omaggio a Napoli di Lello Petrarca
 







Rosario Ruggiero




Sesto cd per Lello Petrarca, terzo in collaborazione con il contrabbassista Vincenzo Faraldo ed il percussionista Aldo Fucile, dopo “Musical stories”, del 2016, e “Reflections”, del 2018.
Titolo di quest’ultima incisione, “Napoli jazzology”, ancora una volta realizzata per Dodicilune.
Seppur da poco in distribuzione, già varie le presentazioni, a tutt’oggi presso il Pecora Nera Jazz Club di Pignataro Maggiore ed alla libreria Spartaco di Santa Maria Capua Vetere. Prevista, per il prossimo luglio, l’esecuzione dei brani nell’ambito di una rassegna nel salernitano.
Stiamo parlando di un disco in cui il giovane pianista di Santa Maria Capua Vetere, dalla già lunga e varia esperienza musicale, ricca di significative collaborazioni artistiche, ribadisce un suo particolare approccio creativo omaggiando Napoli.
«Ho rielaborato a mio modo – dichiara sulla copertina del disco – alcune delle più celebri e amate canzoni napoletane tratte
dal repertorio classico e moderno, frutto del mio amore per la città di Napoli e per i suoi abitanti».
Perché questo amore?
«Perché ho iniziato a vivere artisticamente sin da piccolo in questa città – ci spiega – che mi ha anche offerto la possibilità di incontrare e collaborare con numerosi colleghi tra i quali mi è particolarmente caro ricordare il sassofonista Daniele Sepe ed il percussionista Enrico Del Gaudio».
La scelta dei brani?
«Indimenticabili classici, più una composizione di Pino Daniele, che ho reputato più idonei tecnicamente per essere rielaborati ritmicamente ed armonicamente senza però mai intaccarne le linee melodiche, garantendone così una pacifica riconoscibilità».
A questo punto non ci resta allora che inserire “Napoi jazzology” nel lettore, iniziare l’ascolto, ed ecco susseguirsi “’O sole mio”, “Funiculì funiculà”, “Gente distratta”, “Reginella”, “Era de maggio”, “Tammurriata nera”, “Passione” e “Resta cu mme” sapientemente rivestite da carezzevoli
morbidezze e sottili accentuazioni ritmiche mentre si perpetua l’eterno gioco jazzistico del dialogo tra musicisti attraverso la voce dei propri strumenti musicali, gioco nel quale, particolarmente in questa occasione, l’ascoltatore trova più facile e compiaciuta immersione riconoscendo quanto già noto, al tempo stesso sorprendendosi di quanto gli giunge nuovo, in un godibilissimo ascolto che mescola equamente percezione emotiva e consapevole comprensione razionale.



2022-04-02