articolo 2206

 

 
 
Giovanni Frangi
Falsa Primavera
 











Al blu di Prussia” un po’ di storia e di ricordi accompagnano la mostra. Per il Sabato 8 marzo 2008, allora era in mostra Klaus Pinter con “La conquète de l’aire” ed io scrivevo: “Avevo sentito parlare di quella generazione di giovani ventenni che si raccoglieva, per un poker di parole, nei locali del Bar Moccia, del Bohèm Bar o del Blu di Prussia. Così ho cercato qualche documento per ricordare quella generazione e quei luoghi”. Nel Notiziario del “Sud Letterario” datato marzo-aprile 1948, una giovane penna scriveva:”In una piccola accogliente galleria chiamata “Blu di Prussia”, un gruppo di giovani pittori napoletani espongono una selezione delle loro opere. Sono Renato de Fusco, Alfredo Florio, Raffaele Lippi e Guido Tatafiore. Renato de Fusco…presenta sei opere importanti (l’Autoritratto e la Natura Morta fanno riflettere). Alfredo Florio… rispecchia una personalità spiccata specialmente nei Paesaggi di Napoli. Raffaele Lippi è indubbiamente il più istintintivo. Ed infine Guido Tatafiore, anche attenendosi agli impressionisti francesi, risolve i problemi coloristici con grande sensibilità”.
Si sa che il piccolo spazio era gestito da Guido Mannaiuolo fin dal 1943, una figura di gentiluomo descritta da Anna Maria Ortese (“Il mare non bagna Napoli”) come “un uomo alto e bello che in qualche modo ricorda un capitano inglese del XVII secolo”. Una bella immagine di Guido Mannaiuolo è sempre presente in Galleria.
Oggi dopo dieci anni espone in Galleria Giovanni Frangi (Milano 1959) con opere suggestive.
Di questo artista ricordo una immagine che vidi nel 2013 al PRAC, la Galleria dell’architetto Piero Renna, sita sugli spalti della Basilica di San Paolo alle spalle di Piazza del Plebiscito, ove egli raccolse una Collettiva di artisti di diversa provenienza, per lo più usciti da Accademie, divenuti anche insegnanti o architetti, quindi fermamente radicati nelle conoscenze
della cultura classica pur esprimendosi in termini figurativi contemporanei, riflettendo sulle problematiche del presente, utilizzando, oltre che materiali e tecniche della tradizione, anche materiali prelevati dalla quotidianità e dalla tecnologia attuale. Dell’artista ricordo un olio su tela di cm. 91x 163, “Giro al Parco”, un percorso nella natura giocato sulle sfumature del verde, del 2010. Giovanni Frangi ha studiato all’Accademia di Brera ed esordito nel 1983 alla Rotonda della Besana a Milano in una Collettiva. A Torino esordì invece con una sua prima Personale alla Galleria La Bussola. Ben presto fu vincitore alla Quadriennale di Roma, nel 1996.
In particolare Frangi lega la sua produzione pittorica al pensiero, alla letteratura, come è stato più volte messo in rilievo dai critici per le sue produzioni di grandi cieli azzurri nuvolosi, o altre immagini allegoriche, come si vide nella istallazione operata a Bergamo nell’ex Oratorio di San Lupo nel 2008-2009. E così il pittore
ha proseguito. A Napoli lo avevamo visto nel 2014 al Museo Nazionale nella Sala della Meridiana con “Lotteria Farnese “ una mostra in cui aveva approntato ben venti teleri di stoffa, di m. 3x6, appesi a strutture in ferro, a ricordare gli antichi preziosi arazzi esposti in quelle Sale. La sua maniera, è stata poi rilevata in La Lettura del 24 maggio 2015 in cui fu riprodotta una tela sulle ninfee e Gianluigi Colin la accostò a una frase di Paul Verlaine “il tramonto dardeggiava i suoi ultimi raggi e il vento cullava le pallide ninfee”… che sono nuovamente oggi in mostra. Da allora l’artista ha sempre più arricchito il catalogo delle mostre, sia in Italia che all’estero, raggiungendo ricchissime esposizioni: I suoi lavori ebbero presto la caratteristica molto affascinante, personale, sia nella rappresentazione della natura, del bosco, sia nella scelta accurata del colore, quasi sempre unico, caldo, stemperato, prevalente sulla linea. La sua è una biografia molto ricca, costellata anche di incontri interessanti: molti scrittori e poeti sono rimasti affascinati dalle sue interpretazioni figurative della natura e lo hanno seguito. La sua tecnica negli anni ha presentato diverse sperimentazioni: non solo oli su tela, ma anche opere su carta, su tela emulsionata e poi dipinta con resine, e pigmenti e pastelli. E anche, abbiamo detto, sculture, perfino in gommapiuma bruciata, sempre ispirate alla natura. In Galleria “Al Blu di Prussia” ci mostra le sue ultime conquiste creative, sempre ispirato alle meraviglie della natura, raggiungendo elementi di astrazione oggi molto ricercati anche nella fotografia.
Maria Carla Tartarone



2018-03-31