Secondo una comune diceria il nostro è (sarebbe) un paese di santi, eroi e navigatori: lo suggerisce se non altro una lunga storia anche di facili credenze. Ma forse qualcosa sta cambiando o addirittura è già cambiato. Probabilmente, alle etichette di cui sopra, occorrerà aggiungerne qualche altra che prende spunto e sostanza da tutto ciò che è accaduto nell’ultimo scorcio storico, diciamo gli ultimi venti a trent’anni. Il ventaglio delle occasioni è assai vasto e coinvolge tutti gli aspetti della vita sociale, politica e culturale. E’ facile fare degli esempi per legittimare come i nostri concittadini siano sempre più ascrivibili alle categorie dei ciarlatani e dei creduloni. Il repertorio è anzi vastissimo. Basta dare intanto uno sguardo alla politica: trent’anni fa un signore proprietario di mezzi televisivi e pubblicitari promise agli italiani di realizzare una rivoluzioneliberale (!) assicurando benessere e felicità a tutti. Sappiamo com’è andata a finire. Poi arrivò direttamente dalla ruota della fortuna di Mike Bongiorno un altro personaggio che promise una rottamazione di tutto il vecchio e di riformare il paese, inaugurando una nuova era. Nel frattempo s’impadronì della scena un esagitato guitto che predicava una assoluta parità tra gli individui, ignorando conoscenze e competenze visto che, a suo dire, ognuno poteva tranquillamente sostituire un altro o essere a sua volta sostituito senza detrimento. Anche a livello per così dire locale si è ripetuto lo stesso copione; Roma o Napoli sarebbero diventate un paradiso per tutti: la capitale sarebbe tornata agli antichi splendori senza vedere sguazzare ovviamente per le sue magnifiche strade topi e cinghiali mentre la città di Partenope, pienamente efficiente e all’avanguardia, avrebbe raggiunto il 70 percento di differenziata entro il 2011 (!), così come la Lombardia si sarebbe potuta vantare d’avere la migliore sanità europea (sic!). Ovviamente in questo contesto occorre limitarci ad alcuni esempi ma l’elenco sarebbe lunghissimo. Qui ci preme sottolineare invece come i nostri concittadini abbiano sempre creduto a queste fandonie dando fiducia a vari ciarlatani indipendentemente dallo loro storia e appartenenza politica. Ma i ciarlatani non hanno per così dire una patria, il loro compito è quello di spacciare miracoli, grazie alle proprie doti imbonitorie; Il credulone come si sa, a sua volta, è sempre pronto a dare ascolto a ciò che gli viene detto e a sottoscrivere senza batter ciglio e senza la minima verifica. Infatti, lo spirito critico, che richiederebbe ogni volta un controllo certosino, è una caratteristica della vera cultura ma ormai anche quella è preda di altrettanti imbonitori chespacciano ad esempio un romanzo, un film, un quadro o un’installazione per un autentico capolavoro al quale attribuire ovviamente il premio più prestigioso (di premi in Italia ce ne sono oltre diecimila) mentre è tutta roba stantia e deteriorata, cosi come viene innalzato a grande allenatore di calcio chi è appena una mezza tacca (ne sappiamo qualcosa a Napoli). Né va meglio nel mondo socio-economico: per anni si è creduto alla favola dei fantastici manager Fiat (e stendiamo qui un velo, “parce sepulto”). Ma come sempre, ancora tutti a credere, a sottoscrivere acriticamente. Il risultato più sconvolgente è che di questo passo ci stiamo avviando a vivere in un mondo per così dire irreale guidato da un pensiero “mainstream” che fa capo a un circolo ristretto di “influencers” dove domina la falsità con il rischio di non poterci fra un po’ nemmeno più riconoscere davanti allo specchio. AntonioFilippetti
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