Mondo di estrema varietà, quello della musica. Varietà degli strumenti (pianoforte, violino, clarinetto, chitarra xilofono), degli organici (trio, quartetto, orchestra, banda, coro), delle forme (sonata, rondò, canzone, oratorio, sinfonia, madrigale), degli usi (terapeutici, militari, agonistici, estetici, celebrativi), dei generi (musica classica, leggera, folcloristica, jazz), delle ispirazioni (letterarie, naturalistiche, strettamente psicologiche), dei contesti (chiese, teatri, piazze, auditorium, stadi, locali pubblici, case private) o delle modalità (cameristica, sinfonica, operistica). Tra quest’ultime, la “posteggia”, modalità squisitamente partenopea che trae una tra le possibili etimologie nell’abitudine dei suoi protagonisti di scegliersi un “posto”, all’aperto, in ristoranti o altri locali pubblici, dove esibirsi, anche e soprattutto a richiesta, senza alcun sussidio elettronico, e traendo guadagno e sostentamento dallelibere offerte del pubblico. Proprio alla “posteggia” la canzone classica napoletana deve tanto della sua divulgazione, non solo cittadina, ma nazionale e mondiale. Insigni personaggi, gustosi aneddoti, significativi eventi ed incliti estimatori, uno tra tutti Richard Wagner, costellano la storia di questa modalità che trova oggi in Aurora Giglio un’indefessa paladina, talmente appassionata e dedita alla causa, da esercitarla da lunghi anni, aver creato una associazione a tutela della musica popolare e un’opportuna rassegna di respiro internazionale. Pochi giorni fa la sua ultima, meritoria iniziativa, un concerto dove la sua voce, coadiuvata dal violino di Vittorio Cataldi e dalla chitarra di Francesco Ponzo, nel suggestivo scenario napoletano del belvedere del Bosco di Capodimonte, in un delizioso contesto silvestre, con sedili congruamente costituiti da ceppi d’alberi, ha elargito alcune tra le più celebri melodie del repertorio partenopeo, e pagine rare. Dedicatario della serata, Enrico Caruso, il tenore per antonomasia, artista che ebbe i suoi esordi proprio come “posteggiatore”, esibendosi sugli stabilimenti balneari prima di approdare nei maggiori teatri del mondo, a conferma di un tirocinio, quello della “posteggia”, di chiara proficuità. Gradita iniziativa, momento delizioso, pubblico plaudente. Non è mancata qualche lacrima di commozione tra i presenti.
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