È indubbio, tra i vantaggi dei recenti, sorprendenti sviluppi tecnologici, la possibilità di depositare e reperire documenti con estrema facilità, possibilità di cui non può che felicemente giovarsi anche il mondo delle muse, sia con scritti che con registrazioni di immagini e suoni, e quindi il mondo della musica. Sono così sempre più accessibili confronti interpretativi e scoperte di figure artistiche altrimenti ingiustamente condannate al dimenticatoio, ed è sempre più agevole segnalare al pubblico interessanti rarità, come la voce di Edda Righetto, soprano drammatico padovano, nato nella seconda metà degli anni Trenta del secolo scorso, diplomato al conservatorio di musica “Giuseppe Verdi” di Milano, a soli diciassette anni già a calcare le tavole del palcoscenico del Teatro Nuovo della città meneghina, e lì vincitore del Concorso Internazionale AsLiCo. Da quel giorno quella privilegiata voce riecheggerà nel maggiori teatri,italiani e stranieri, interprete, nei ruoli principali, di opere di Giuseppe Verdi, Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Ruggero Leoncavallo, Francesco Cilea o Ottorino Respighi. Vincitrice anche di un concorso indetto dalla Rai per giovani cantanti, del concorso “Giuseppe Verdi” di Busseto e del Concorso di Parma per voci verdiane, Edda Righetto sarà a Malta, nell’ “Adriana Lecouvreur” di Francesco Cilea, a Ginevra, interprete di Elisabetta nella versione in cinque atti del “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, al teatro Petruzzelli di Bari, personaggio principale della “Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai, e vestirà i panni della protagonista nella prima esecuzione mondiale de “L’invasore” di Marino Cremesini. L’artista non disdegnerà l’attività didattica. Chiuderà gli occhi per sempre nel 2005. La città di Erba, grata, la omaggerà dedicandole un concorso per interpreti sia di canto lirico che di canto moderno. A perpetuarne l’arte, la sua interpretazione di celeberrimepagine del miglior repertorio operistico, come “Casta diva” o “La vergine degli angeli”, oggi facilmente udibili su rete informatica, lì in rassicurante attesa dell’attento ascolto di ogni appassionato cultore.
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