In un panorama editoriale pressoché monopolizzato da storie autobiografiche e “gossippare” e da racconti seriali di avventure poliziesche, diventa sempre più raro imbattersi per così dire in “prodotti” concepiti all’insegna della narrazione esistenziale, capace di toccare le corde di una meditazione profonda ovvero creare una scossa sensoriale che invita il lettore ad un confronto con se stesso e le proprie esperienze. Nicla Pandolfo appartiene a una tipologia letteraria che concepisce la scrittura come un’esperienza in grado di proporre una riflessione non secondaria sull’evolversi dei sentimenti e delle passioni. Dopo un lungo silenzio si ripropone in questi giorni con un nuovo romanzo che parla proprio di passioni, desideri, illusioni e disinganni dell’animo umano. Il racconto è incentrato sulle esperienze familiari e passionali del personaggio di Gina e degli altri protagonisti che ruotano intorno a lei e ne segnano inevitabilmente il destino. E’ una storia di vita narrata ispirandosi alla musica jazz (di cui l’autrice è una fedele amante e intenditrice), ovvero le tre fasi che in qualche modo segnano anche il suo tempo esistenziale: il bepop che incarna anche musicalmente la stagione della rottura delle convenzioni e dei canoni tradizionali che necessariamente sfocia poi nell’hot jazz di una acclarata maturità fino ad approdare in ultimo al cool jazz che è diremmo la stagione del disincanto e del distacco. Ma i ritmi della musica scandiscono anche inesorabilmente lo scorrere del tempo e soprattutto suggellano mutamenti che, perfino in maniera inconsapevole, alterano corpo ed anima: ce lo indica la scrittrice in uno dei passaggi più intensi del romanzo, giacché il tempo “passa e cambia tutto. E quantosta passando ti sembra così lento da parere fermo, immobile. Ma intanto sta fuggendo…Nelle cose, negli spazi, nelle persone, nell’accumularsi degli eventi che, mentre accadono e si succedono, non pare che stiano accadendo”. E proprio mentre si spera che tutto possa passare in fretta “ all’improvviso di accorgi che sei andato oltre, più in là di quanto immaginassi. Lo sguardo ti cade su una cosa e la trovi mutata; su di te e ti trovi diverso. La mente ti sorprende con pensieri, ricordi, sensazioni, suoni di parole lontane e ti accorgi che stai vivendo un altro tempo, altro da quello in cui credevi di ristagnare, un’altra situazione, un modo diverso di valutare le cose”. Cosi inevitabilmente finisce anche l’amore di una vita di Gina, forse resteranno i ricordi ma la scrittrice nemmeno ce lo dice proprio perché nulla si arresta e tutto muta. Ed allora è probabilmente alla scrittura soltanto che è affidato il compito (e l’onere) di comprendere e giustificare il senso stesso dell’esistenza. Antonio Filippetti
Nicla Pandolfo Ci troverà la luce del sole Luoghi Interiori,pp.185, euro 18,00
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