Renato Caccioppoli nacque a Napoli il 20.1.1904 e ivi finì nel Palazzo Cellammare, suicida, l’8.5.1959. Genio precoce fu un eccellente matematico di intelligenza e intuito speciali, ma anche mente di grande rilievo in molti campi. Iscrittosi a ingegneria e grande amante della musica voleva fondare su di questa il proprio futuro. Solo per consiglio del grande Benedetto Croce (!) e per un fraterno amico congeniale passò a un diverso orizzonte. La Foschini lo definisce “genio sregolato e insofferente a ogni forma di autorità”, dunque un anarchico “in nuce”. Lui scriverà molti anni dopo: Quando penso all’addio che ho dato alla musica mi sento quasi mancare il cuore e mi sembra, ora, che la morte non possa togliermi niente a cui abbia tenuto di più. Accademico dei Lincei, sarà anche ottimo pianista e cantante. Di straordinarie qualità - in città veniva chiamato «’o genio» - prima allievo e poi assistente diMauro Picone, altro valente matematico, a soli 26 anni ottenne la cattedra di Analisi Matematica all’Università di Padova. Alla Federico II tornerà ordinario nel ’34. Tre anni passati a Padova, lontano dalla sua città, oltre a fargli provare il dolore dello sradicamento hanno acu¬ito la sua tendenza a vedere il mondo che lo circonda con una lucidità che velocemente degenera in disillusione, se non addirittura in disperazione. Tutto quello che gli sta attorno lo disgusta. E il momento del fascismo trionfante, degli ot¬tusi entusiasmi, delle becere esaltazioni. La madre Giulia Sofia Bakunin, figlia di Michail (1814 – 1876), lo avrebbe reso nipote del celebre russo fondatore del movimento anarchico (e dell’anarchismo) ma questa attribuzione oggi appare incerta: “mater semper certa est, pater numquam”… Motto di Michail fu: “Chi non ha il coraggio di fare l’impossibile non otterrà il possibile”. La zia di Renato – Maria Bakunin, valentissima e ferrea donna,– sarà docente di Chimica Organica nella stessa Federico II. Dal 1985 ci sarà anche un asteroide a lui intitolato e osserva Ettore Perozzi, un astronomo di famiglia: C’è un parallelo tra la ‘vita’ di un asteroide e quella di Renato. Un asteroide può rimanere a orbitare per gran parte della sua vita, centinaia di milioni di anni, tra Marte e Giove e poi im¬provvisamente dare segni di instabilità. La sua orbita comin¬cia allora a oscillare paurosamente, e nel giro di poco tempo (astronomicamente parlando) la sua eccentricità lo porterà a intersecare le orbite di Marte, di Venere, della Terra, fino all’inevitabile epilogo: schiantarsi sulle loro superfici o fini¬re dritto nel sole, sciogliendosi nella sua immensa fornace. Solitario, non amava gli ottusi borghesi definiti “morti viventi” preferendo frequentare popolani con i quali solito scambiare bevute nelle bettole dei quartieri spagnoli, così detti a Napoli perché antichi luoghi di acquartieramento delle truppe spagnole.Grande parlatore di accattivante fascino, dialogava spesso con gli studenti di facoltà, a volte presi in giro per la superficialità delle nozioni apprese nella materia. A piedi faceva un quotidiano percorso abituale: Via dei Mille, Via Chiaia, via Roma, per scendere poi verso l’aula di docenza all’università. Altrettanto solito gironzolare nei vicoli dietro di essa e, in specie, al conservatorio di San Pietro a Majella. Frequentava anche la sezione del PCI vicina a Via dei Mille conoscendo in tal modo molti aderenti al partito, cui però mai si iscrisse. Tra i tanti, fu amico anche di Giorgio Napolitano, il lungo (2006 – 2015) Presidente della Repubblica. Presenza costante in molti salotti “bene” del tempo frequentò grandi personalità e su di essi faceva colpo per il fisico magro e angosciato, la misteriosità d’insieme, la personalità complessa e l’enorme sapere in molteplici campi, oltre che per le doti già citate. Notiamo che, nelle pagine di questo lavoro, si trovano anchedettagli inattesi di storia partenopea di certo ignorati dalla maggior parte di noi. Nel periodo padovano - dove sparirà per alcuni giorni venendo poi ritrovato vagabondo a Milano in stato confusionale – definirà la sua vita “inerte”. Citando dal Devoto-Oli chiariamo: “privo di movimento, irrigidito in una tragica immobilità.” Tuttavia, se è arduo persino per molti matematici affer¬rare a un primo sguardo il senso delle sue ricerche, è ancora più complicato cogliere cosa accade in lui a partire da que¬sto momento. È come se ai lampi dell’intuizione improvvisa, fermata con poche linee sintetiche sulla carta, seguisse il buio di un’angosciosa solitudine, perché il velo squarciato che lo ha portato alla coscienza di sé, suscitando in lui un’immensa felicità, subito dopo gli spalanca davanti inevitabili abissi di vuoto terrificante. Lorenza Foschini – napoletana, e una Caccioppoli per parte di madre – conduttrice per lungo tempo del Tg2 e di altri programmi, ha pubblicatodiversi libri di approfondimento biografico (in specie su Proust, del quale è anche traduttrice di inediti). Sottotitolo di questo libro è: “Indagine su Renato Caccioppoli matematico napoletano” e nel curato saggio biografico – poliedrico e, per certi versi, singolare - illumina, oltre gli aspetti più noti e conosciuti del grande Renato, anche lati meno trattati ma altrettanto importanti dell’enciclopedico genio in esame. Aneddoti e fatti veri si intrecciano, tiri mancini ripetuti ai danni degli astanti, piccoli ma incisivi fatti di vita al tempo, concorrono a lasciar intravedere un sottofondo non casuale ma ben connesso alla complessa personalità del soggetto. Il tutto al fine di rifinire una figura a 360 gradi di un personaggio quanto mai sfaccettato ma anche fortemente provato da contrarietà sociali e personali che non si esauriranno con la fine del fascismo, incredibilmente andranno anche oltre! La polizia e Renato saranno sempre in rotta di collisione… gli rifiuterannoanche il passaporto! L’Autrice ha compiuto un certosino lavoro di indagine su documenti (privati, ufficiali, segreti e non) teso a rappresentare nel modo più realistico possibile – al di fuori delle tante esagerazioni e invenzioni che costellano la biografia dello scienziato – temperamento, atteggiamenti, complessi legami di vita intrecciati, e non di rado troncati di netto, con colleghi e altre eminenti figure coeve (André Gide in primis). Anche la sentita amicizia, nata d’un colpo, con Eduardo De Filippo, e accesa dall’ottima conoscenza dei suoi lavori da parte di Renato, sarà di grande importanza: “Napoli milionaria”, in pectore al tempo (del 15.3.45 la prima mondiale al Teatro San Carlo) nascerà anche dai lunghi discorsi nei tanti pranzi fatti insieme da soli. Altra miniera nel testo sono piccoli ricordi, appresi in modo spontaneo eppure intimo, utili a configurare scenari di vita familiari. Un libro accurato, completo, partecipato e, a tratti, accorato! Renatoverrà anche ricoverato al Leonardo Bianchi - ospedale psichiatrico partenopeo - nel ’38 e vi passerà 37 giorni uscendo raccomandato alla speciale attenzione dei parenti più stretti, in specie contro il forte alcolismo che continuerà a peggiorare. Sorprendente per veridicità la cartella clinica dello psichiatra in ingresso, frutto di un’analisi molto accurata: “Ingegno super nor¬male, fin dall’infanzia il malato ha presen¬tato note di carattere neuropatico con tendenza all’eccentri¬cità, alla melanconia, alla contraddizione sostenute da fase interlocutoria. È tormentato da una estenuante insonnia e ha un vero stato depressivo dal quale cerca di evadere be¬vendo vini e liquori [...] trascorre la notte tra caffè e osterie stordendosi con stranezze e esibizioni di eccentricità. Caccioppoli ha la tendenza a sbalordire con atteggia¬menti strani e impertinenti [...] Si compiace di stupire.” E a sostegno di quanto affermato, ritorna l’episodio a cui ho già accennato: “Una volta sipresentò nella pubblica via con un gallo.” Renato chiederà poi un anno di aspettativa per motivi di salute e nel ’39 sposerà la 18nne Sara Mancuso, definita nelle note fasciste di moralità non esemplare, per non dir peggio... Nel ’44 si conosceranno a Capri Sara e Mario Alicata, direttore del giornale “L’Unità” e parlamentare. I coniugi sono lì perché Renato vuole costruirvi una casetta per loro due su un terreno di proprietà amando molto l’isola, ancora non contaminata dagli eserciti di vacanzieri. Il fato scriverà una pagina molto dura a tollerarsi per lo sventurato scienziato, della quale nessuno potrà mai tracciare l’importanza a seguire. E sarà la stessa moglie a confidare al marito la sfrenata passione… lo lascerà nel ’49 andando a vivere con l’amante ma i loro contatti proseguiranno nel tempo. Renato frequenterà altre donne in un legame, spesso breve, che si esaurirà, ma c’è anche chi lo seguirà in una morte violenta. Forse il colpo finale per l’uomo sicompirà quando una sua compagna – Paola Trapani, lasciata da poco – appena una settimana prima della sua tragica fine sposerà il fratello Ugo. Ritrovo in Caccioppoli, così come Walter Benjamin lo ritrovava in Proust, un aspetto inatteso della sua formazione. Anche Renato, nonostante le intemperanze e l’apparente disincanto, resta come Marcel un fils de famille, legato alla madre, alla temibile zia Maria, al fratello Ugo e, visceral¬mente, alla sua città. Napoli, come Parigi lo era per Proust. Un perimetro geografico e sentimentale dove trova spazio e respiro la sua nevrosi. E poi confiderà alla 18nne graziosa intervistatrice Wanda Monaco, quasi al termine del viaggio: L’intervista, molto lunga, si conclude così: “Innamorato di Napoli - non saprebbe vivere altrove - l’aspetto che della città gli è più caro è quello che scompare, perché dice: ‘Me ne sento partecipe.’” Quest’ultima frase è quasi una confessione. Il luogo dove è nato non esiste più. Soffocatodal cemento, dall’incuria e dalla speculazione, è morto per sempre. E anche lui inizia a morire. Luigi Alviggi
Lorenza Foschini: L’attrito della vita La nave di Teseo, 2022 - pp. 272 – € 20,00
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