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Detto in termini semplici ed elementari si può affermare che il lessico è l’insieme degli elementi, in specie parole e locuzioni, che in un sistema linguistico danno forma a diversi significati, così come il linguaggio è la facoltà degli uomini di comunicare ed esprimersi, utilizzando parole capaci di individuare immagini e dare senso ad azioni e comportamenti. In tempi recenti accade spesso però che le parole in questione abbiamo un senso “altro” rispetto a quello che è la loro stessa natura in quanto qualificano qualcosa che non è proprio nella loro essenziale radice. E la comunicazione in questo caso è fuorviante quando non del tutto erronea o ingannevole. Un esempio lampante di questo stato di cose atipico e incongruente in termini lessicali si è ripetutamente evidenziato nei giorni in cui si è discusso a Bruxelles sul piano economico da utilizzare per risollevare l’economia dei paesicolpiti dal coronavirus con particolare attenzione per l’Italia. Nello scontro tra i diversi stati un’opposizione decisa è venuta dagli stati definiti frugali. Non a tutti è sembrata chiara questa definizione ed infatti qualcosa di incomprensibile c’era, eccome, nell’uso di quest’accezione. Il termine frugale ha infatti una significazione relativa prevalentemente se non esclusivamente ad abitudini alimentari, nel senso che si riferisce a chi usa mangiare con sobrietà ed è parco di fronte al cibo e alle altre tentazioni della gola. Ora ci sarebbe da dedurre che i cittadini dell’Austria, dell’Olanda, della Svezia e della Danimarca si comportano a tavola con moderazione il che non è poi credibile se solo si pensa alle quantità di birra ed altre bevande alcoliche consumate nei paesi appunto frugali. Ma poi cos’ha a che fare tutto ciò con le regole della UE? Al di là di tutto la verità è che ilcittadino per così dire medio ci capisce assai poco quando sente dire che i frugali (addirittura usato come sostantivo) non vogliono fare concessioni all’Italia, ma poi in nome appunto di quale frugalità e con quale giustificazione? Per capirci qualcosa bisogna andare un po’ più a fondo e tirare in ballo la scarsa attenzione dei media, e dei vari utilizzatori degli stessi, che per niente attenti a verifiche o solo a porsi qualche domanda, hanno accolto nel proprio vocabolario la definizione che alcuni giornali inglesi hanno usato tenendo conto che nell’idioma anglosassone il termine frugal significa “anche” parsimonioso, attento alle spese e alle risorse economiche disponibili. Ma tant’è: nell’era social si è pronti a dare cittadinanza – e non solo lessicale – a tutto ciò che appare inedito e innovativo e capita allora anche di vedersi “whatsappare” dall’improvvido erudito informatico una bufala linguistica privadi significato, allineata unicamente alla stupidità del momento. Antonio Filippetti
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2020-08-03
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