Liriche di Francesco Terrone
Mongolfiera al vento
 











Quest’ultima raccolta di liriche di Francesco Terrone può essere letta e interpretata come  un’avventura vissuta all’insegna di una  navigazione oceanica, un qualcosa che  si eleva sulla realtà dell’esistenza per compiersi più “concretamente” sul flusso dei sogni. Non a caso   la silloge si apre con  un richiamo  al  Titanic   e  si chiude con  l’immagine di una  mongolfiera sospesa nel vento. Ed è verosimilmente proprio  l’idea del viaggio che plasma  l’esperienza  e  che abilita azioni  e desideri. Terrone sceglie   come metro  esplorativo la donna e l’amore in ossequio si direbbe alla linea maestra della tradizione lirica italiana.  Ma attraverso  il registro amoroso l’autore compie anche  una circumnavigazione intorno ai problemi, diremmo eterni dell’esistenza, affondando cioè la riflessione sulle peculiarità piùqualificanti  dell’intera esperienza umana.
Ed ecco allora che  incontriamo i capisaldi  dell’invenzione poetica, come la solitudine: “Ma cos’è la solitudine?/Forse/è il sogno non vissuto/di un guerriero di latta/ che non riesce a vivere/le emozioni/ dei sogni”;  il timore di perdere la condivisione di un sentimento, lo sgomento per il trascorrere del tempo, il bisogno di ritrovarsi e tornare a sperare dopo  il vuoto e il buio dell’anima: “ascolto la  voce del mare/un malinconico destino/accompagna le sue onde./La sirena/dai riccioli d’oro/ha spento il suo canto./L’Ulisse senza storia/affronta/il suo viaggio/legato ad un sogno/senza più speranza”. E qui il mito antico che alimenta  sfide e desideri infiniti sembra vacillare ed arrendersi alla disperazione del silenzio.
Tutto ruota o per meglio dire ha la sua ragion d’essere in  funzione di  una indefettibile espressione amorosa, l’unico anelito in grado di  alimentaree   donare continua linfa alla stessa facoltà di poetare. Ed è questo il  bene più prezioso ovvero quella capacità  che non appartiene a chiunque ma è  dotazione esclusiva di chi riesce realmente a dar corpo alla passione amorosa, giacché come ci ricorda Giacomo Leopardi in uno straordinario pensiero   è proprio e solo  questo raro sentimento che, se vissuto pienamente, riempie la vita e l’anima: “quando l’amore è gran passione, cosa che non accade in tutti come l’amare”. Nel caso di Terrone si potrebbe dire che l’amore viaggia anche  sulla mongolfiera spinta dal vento con il poeta in fiduciosa attesa d’incontrare  lo spiffero buono “pieno d’amore e tenerezza”.
Antonio Filippetti

Francesco Terrone
Amalia, pref. di Marcello Teodonio






2020-06-29


   
 

 

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