Una raggiera “aliena” a Monte Citorio
 











L’obelisco di Augusto orna l’odierna Piazza Montecitorio. Già Plinio detto il Vecchio ci parla di tale obelisco, ricordando che fu utilizzato come gnomone di una grande meridiana solare (Plinio Gaio Secondo il Vecchio, Storia Naturale, Einaudi Ed., Milano 1989, p. 628, XXXII – XXXIII). Esso aveva la funzione di tracciare a terra, con la sua ombra, il percorso del Sole nel cielo terrestre.
Si aggiunsero, a terra, altri elementi, ad indicare le ore del giorno a beneficio del Popolo. Ma i tempi cambiano. Se al «principio fu il Verbo», poi prese corpo l’«Architectura», i cui canoni variamente utilizzati andarono e vanno a formare la parte tangibile del nostro mondo. O, meglio, del mondo che noi crediamo di conoscere. Se gli Dei ci avessero dotato di ali potremmo librarci nei cieli ed osservare meglio e nel dettaglio le architetture di chi ci ha preceduto e di chi ci è contemporaneo. Dobbiamo invece accontentarci di quanto passa il «sistema» ed usufruire, ad esempio, difoto aeree o satellitari, auspicabilmente ingrandibili a nostro piacimento, per cogliere i dettagli. Passando a «volo d’uccello» sui lacerti della Roma Repubblicana e imperiale ci accorgeremo che gli antichi elementi si reinventano a beneficio dell’arredo urbano. Prossima alla base dell’Obelisco parte una moderna striscia bianca, incastonata nella pietra scura. Punta dritta all’ingresso del Palazzo di Montecitorio. Si tratta di conci di travertino, posati uno accanto all’altro, forniti dalla Società del Travertino Romano S.p.A. ad un progetto: «ROMA, Piazza Montecitorio, 1998 Il capolavoro barocco: la spinta ascendente di Campo Marzio», essenzialmente descritto nel seguente sito: http://www.francozagari.it. Il lavoro è firmato dall’architetto Franco Zagari e dai suoi collaboratori. Ma non è tutto. Il lungo percorso dell’asta disegnata col travertino va ad intersecare tre semicerchi concentrici, del medesimo materiale, le cui estremità sonoappoggiate alla facciata del vetusto palazzo, oggi sede della Camera dei Deputati.
Guardando il tutto dall’alto si ha come un moto di sorpresa: si coglie l’intero disegno. Parrebbe trattarsi della stilizzazione di una figura nota, già scolpita nell’arco dedicato a Tito nel primo secolo del Primo millennio. È, o parrebbe essere, la raffigurazione del candelabro a sette bracci, meglio noto come «menorah». Molti testi ne parlano, ed ecco lo stralcio di uno di questi: «candelabro a sette bracci dell’Ebraismo, che si ricollega a una prescrizione biblica (Esodo 25, 31 sgg.)» (Biedermann H., Enciclopedia dei simboli, Garzanti, Milano 1991, p. 86). Sulla rivista «Chiesa viva» (chiesaviva.com) leggiamo più approfonditamente: «La Menorah, uno tra gli oggetti più sacri della religione ebraica, fu costruita da Mosè su indicazioni di Dio sul Sinai, e posta nel Tempio di Gerusalemme, davanti alla stanza del Sancta Sanctorum che conteneva l’Arca dell’Alleanza. Per la Cabala, la Menorah rappresentala scintilla divina, la luce della potenza di Dio che illumina il mondo, ma anche una manifestazione che è presente in ciascuno di noi, rendendoci potenzialmente divini. La Menorah, essendo anche il simbolo dell’Alta Massoneria dei B’nai B’rith, l’apice delle 4 Obbedienze massoniche che formano la “chiesa di Lucifero”, esprime il potere occulto degli Ebrei cabalisti» (Adessa F., Lettera aperta a Sua Santità Benedetto XVI, in Chiesa viva, settembre, n. 452 [L’Anticristo nella Chiesa di Cristo?], Brescia 2012, p. 21).
In buona sostanza, per quale motivo tale composizione è stata disegnata a terra, davanti al palazzo che accoglie la Camera dei Deputati? Quale messaggio dobbiamo recepire da tale architettura moderna, d’urbano arredo, nel mentre osserviamo dall’alto i nostri e nostrani politici che si recano nel vetusto palazzo a rappresentarci? Osservato dall’alto oggi assomiglia ad un contenitore infilzato su di un attrezzo da pesca, oppur su quella sorta di «forchettone» utilizzatodai gladiatori nel Circo.
Il Sole si leva e si corica ogni giorno senza chiederci compenso, senza chiederci denaro, senza reclamare oro in moneta o in lingotto. Eppure ci dona la vita. Vi sarà pure un senso in tutto ciò. Poco importa, quindi, se qualcuno ne desidera catturare la luce per tracciare a terra un tempo terrestre, un ordinamento sociale che non è fatto per il Popolo e senza tenere in debito conto la potenza del Sole. Se il Sole si leva, il minimo che noi del Popolo si possa fare è destarci.Gianluca Padovan






2012-12-16


   
 

 

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