Illyria o Illyricum e Illyri furono chiamati il paese e gli abitanti della costa orientale dell’Adriatico, da Venezia all’Epiro; col sec. IV si distinse l’Illiria settentrionale, che comprendeva le attuali Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro, occupata nel sec. III dai Celti, e l’Illiria meridionale, a sud della foce del Drilon (Drin), corrispondente all’attualeAlbania, conquistata da Filippo II di Macedonia e nel 146 a.C. provincia romana. Anche le tre parti in cui si divideva l’Illiria settentrionale divennero romane: l’Istria nel 177 a.C., la Liburnia nel 129 a.C. e la Dalmazia negli anni 34 a.C. – 9 d.C.
I piu antichi reperti archeologici attestano sul suolo illirico la presenza di una civiltà neolitica. Attorno al 1200 a.C. scendono dal nord gli Illiri e, nel giro di due o tre secoli, vengono a contatto con il mondo greco. A questi Illiri si devono le prime manifestazioni artistiche testimoniate dalle due importanti necropoli di Vace in Slovenia e di Trebeniste in Macedonia, sul lago di Ocrida.
A V a c e è documentato un campo di urne, dall’età dal Bronzo recente al primo Ferro, dal sec. IX al IV a.C. Ci sono molti elementi di derivazione da Villanoviani edEtruschi.
A T r e b e n i s t e, nel 1918 e poi negli anni 1930-32 furono rinvenute tombe con ricchissimi corredi, specialmente di armi e grandi crateri bronzei, di produzione forse corinzia, databili al sec. VI a.C., che possono costituire un utile confronto con il famoso Cratere diVix.
Il materiale rinvenuto a Trebenis’te si trova quasi totalmente nel Narodni Muzej di Belgrado..
Il dominio romano è caratterizzato da grandi esempi di urbanizzazione, con la diffusione di terme, ville, teatri e anfiteatri,templi; porti fortificati e castelli sorgono lungo le coste e presso i limites militari. I centri romani più celebri sono Pola, Nesatium, Poetovium (Ptuj), Claudia Celleia (Celje), Sirmium (Sremska Mitrovica), Salona (Solin), Spalatum (Split), Dioclea (Podgorica), Heraclea Lyncestis (Bitola) e Stobi.
A P o l a, città dell’Istria meridionale, sulla costa adriatica, si sono ritrovate, nel 1943, notevoli tracce d’un castelliere illirico, che risale all’età halstattiana, con una necropoli prevalentemente a incinerazione.
Restano, di età romana, soprattutto a partire dal sec. I a.C., gli avanzi di alcuni edifici, numerosi e ben conservati. Della cinta muraria rimangono alcune porte monumentali, fra le quali la Porta Gemina, a due fornici, incorniciati da semicolonne. Presso la cinta si trovava l’Arco funerario dei Sergi, addossato a un’altra porta della città, costruito negli anni 29-28 a.C. A esso era congiunto il Foro, con due templi gemini, dei quali rimane il Tempio di Roma e Augusto. Pola aveva pure due teatri e un bellissimo Anfiteatro, il cui anello esterno di arcate è tuttora in piedi. La cavea è in parte appoggiata alle pendici di un colle: era capace di contenere 23.ooo spettatori. Non mancano le tracce di monumenti paleocristiani.
Il Museo dell’Istria, a Pola, contiene, oltre al materiale archeologico rinvenuto nella città, le sculture del non lontano centro di Nesazio.
A N e s a t i u m, castelliere veneto, quindi centro romano dal 177 a.C., gli scavi compiuti nel 1900 hanno esplorato una necropoli dei ss. VII-VI a.C. e avanzi del Capitolium e delle mura del sec. III d.C.
Le sue sculture mostrano uno stile di derivazione greca, con tratti comuni a quelle di tutta l’areaalto-adriatica.
P o e t o v i u m (Petovio, in sloveno Ptuj, in tedesco Pettau), città della Slovenia nord- orientale, sul fiume Drava, in età romana fu a più riprese capitale della provincia della Pannonia Superiore.
Restano alcune vestigia di questo periodo: in particolare due santuari dell’epoca di P. Licinio Gallieno (218-68), magazzini e molti monumenti sepolcrali.
Il Museo del Chiostro dei Domenicani di Ptuj conserva i reperti archeologici locali.
C e l j e è città slovena d’origine romana (C l a u d i a C e l e ia), situata nell’ampia valle della Savinja, in Carniola.
S r e m s k a Mitrovica, notevole centro della Voivodina, sulla riva sinistra della Sava, sorge sul sito della romana S i r m i u m, capoluogo della Bassa Pannonia e fu patria degli Imperatori L. Domizio Aureliano (270-76), Probo (276-82), Graziano (368-83) e Costanzo II (337-61).
Una vasta campagna di scavi, iniziata nel 1958, ha messo in luce numerosi resti romani: sulla Matite ulica. È il campo più vasto, con le fondazioni di un palazzo e di terme; un altro edificio termale si trova sulla Mose Pijade ulica. Al centro, intorno alla principale trg Narodnih Heroja, sono state scoperte le fondazioni di un altro palazzo, di un granaio e di case, intorno a una piccola basilica bizantina.
Sulla piazza, nel Muzej, sono raccolti i reperti più significativi: notevoli i frammenti scultorei.
S a l o n a (Solin), città croata, sulla costa adriatica, alla foce del fiume Iader, a km. 5 a nord-est di Spalato, fu fondata da coloni greci nella seconda metà del sec. III a.C. e vide poi sorgere accanto a sé un centro romano, che crebbe d’importanza a partire dal 119 a.C.
Dal sec. II d.C. i due centri, greco e romano, furono riuniti in una sola città, fortificata da Marco Aurelio.
Dopo le prime esplorazioni del sec.XIX, scavi sistematici austriaci, danesi e jugoslavi furono condotti dal 1901 alle più rerenti ricerche, iniziate nel 1950.
Le due città antiche si estendevano, per una lunghezza di m. 1.500 lungo la costa: le circondavano una cinta di mura, lunga km. 4 e provvista, specialmente sul lato settentrionale, di numerose torri.
Tra i monumenti (Foro,templi, terme, abitazioni), il più interessante è l’Anfiteatro, rimesso in luce fra le due guerre mondiali. Il suo asse maggioremisurava m. 174.75.
Della città cristiana, florida sede episcopale, restano importanti basiliche e battisteri, erette in gran parte tra il 431 e il 535. Vì si colgono notevoli differenze tra gli edifici cattolici, orientati a est, e quelli ariani, orientati a nord.
Notevole è anche la messe di materiale epigrafico, rinvenutospecialmente nelle necropoli.
S p a l a t o (Split), porto sulla costa della Dalmazia, a km. 5 a ovest di Salona, deve il nome e la fama al grande Palazzo di C. Valerio Aurelio Diocleziano, che quell’Imperatore si fece costruire e abitò subito dopo la sua abdicazione (305 d.C.). Era in realtà un complesso di edifici, estendentisi su una superficie di quasi tre ettari,disposti entro un recinto, in modo da assumere l’aspetto di un castrum romano tradizionale. Era circondato da una robusta cinta muraria, difesa da 10 torri, la quale limitava un rettangolo di m. 216 x 175. All’interno, i due assi perpendicolari costituivano quasi due vie che mettevano capo, veso terra, a tre porte fiancheggiate da due torri ottagonali e, verso il mare, a una galleria portticata lunga m. 160. All’interno erano collocati, oltre agli appartamenti imperiali e, per il seguito, una caserma per il corpo di guardia, un Tempio di Giove e il Mausoleo dell’Imperatore stesso, di pianta ottagonale.
All’inizio del sec. VII, gli abitanti della vicina Salona, sfuggendo agli invasori Avari e Croati, si asserragliarono nel palazzo di Spalato, più facile a difendersi per il suo carattere di fortezza. A poco a poco l’intero complesso si trasformò in un centro abitato, del quale il mausoleo divenne Cattedrale , il tempio Battistero, il peristilio piazza e così via. Ciò tuttavia permise una buona conservazione, almeno nelle linee generali, della struttura antica.
Il Palazzo di Diocleziano costituisce l’esempio più importante della villa-fortezza tipica della tarda antichità, mentre in molti particolari architettonici e decorativi (come gli archi impostati direttamente sui capitelli) preannuncia motivi bizantini e medioevali.
Alle rovine di D i o c l e a, antica città romana, poi capitale del principato slavo di Duklja (nei dintorni di Podgorica, già Titograd, capitale del Montenegro), sono visibili i resti del Foro pavimentato e le fondazioni della Basilica e del portico.
Poco lontano sono i resti di una Basilica paleocristiana, scavata nella seconda metà del sec. XX.
La città macedone di B i t o l a è stata individuata con H e r a c l e a Lyncestis.
Il suo Arheoloski Muzej è soprattutto dedicato ai ritrovamenti dell’antica città. A pianterreno ospita, nella Sala 1 una copia romana dell’Athena Parthénos di Fidia, un grande cratere a figure rosse e una lékythos bianca, opera greca del sec. V a.C.; nella Sala 2, armi, utensili, divinità stateopigie, una pregevole urna funeraria a forma di casa, della civiltà neolitica (III-II millennio a.C.) e ceramiche, idoli e utensili dell’Età del Bronzo; nella Sala 3 ceramiche, armi, vasellame inbronzo e utensili, da tombe illiriche (ss. IX-IV a.C.) Al primo piano espone monete romane.
Le rovine di H e r a c l e a L y n c e s t i s si estendono a km. 3 a sud di Bitola, a destra delle strada per la Grecia. La città fu fondata nel sec. IV a.C. da Filippo II di Macedonia, padre di Alessanndro Magno; in epoca romana fu un importante centro della Via Aegnatia (da Brindisi aBisanzio) e sede episcopale nel sec. IV.; scomparve sotto la marea slava.
Gli scavi, iniziati nel 1935, furono ripresi nel 1961. Sono visibili le terme, pressoché intatte, con l’alzato conservato fino a m. 3 e il portico su numerose colonne ornato di statue, una piccola basilica, la Grande Basilica A, eretta nel sec. V e con un magnifico pavimento a mosaico inpietra, laterizi e smalti (figure di animali e motivi floreali), e il Battistero, con vasca battesionale ornata da colombe a mosaico.
Della Basilica B gli scavi degli anni ’70 hanno recuperato stupendi mosaici rappresentanti teste di animali, alberi e cervi alla fonte emblematica.
Sulla collinetta dell’Acropoli, i resti sono di un castrobizantino.
A km. 85 da Skopie e 160 da Salonicco, S t o b i, scoperta nel 1861 e più volte scavata, era una città illirica assoggettata nel sec. IV a.C. da Filippo II di Macedonia.
Sotto i Romani fu importante Municpio e dal sec. IV d.C. capitale della Macedonia Seconda. Ricostruita dopo le invasioni e i terremoti da Giustiniano, decadde lentamente fino alla scomparsa.
Non ne rimangono che una via lastricata e parti di edifici con portIci.
Con l’avvento del Cristianesimo nell’Illirico le manifestazioni artistiche hanno tutte impronta bizantina. Intatta ci è perventa la Basilica Eufrasiana di P a r e n z o (Porec’), del sec. V, imparentata strettamente all’arte ravennate. Basiliche e battisteri bizantini, con preziosi resti musivi, sono idividuabili a Salona e a Heraclea Lyncestis (v. sopra).
Verso il sec. VI comincia la penetrazione delle tribù slave in Balcania e da questo momento il cammino dell’arte va studiato separatamente in Croazia, Dalmazia, Slovenia e Serbia.
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