Due anni or sono, il 6 luglio del 2008, “ Capital “ dava ad Addid Abeba l’annunzio dell’improvviso decesso del Prof Berhanou. La notizia del triste evento mi fu comunicata da Ato Fisseha Zebrate il 20 agosto. Avevo incontrato il Prof. Berhanou l’ultima volta, nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura in Addis Abeba, un anno prima, il 4 giugno 2007, quando egli, alla vigilia del mio ritorno in patria, dopo una quinquennale dimora in Etiopia, aveva voluto farmi gentile dono, “en souvenir de nos mèmorables sèancces lexicographiques éthiopennes”, di una delle prime copie della sua preziosissima “Histoire de l’Ethopie d’Axoum à la révolution”. Il comune lavoro ci aveva legati con deferente affetto – come egli ebbe a scrivere - onde la fatale notizia mi addolorò profondamente. Il Prof. Berhanou Abebe Gedle era nato in Addis Abeba, capitale dell’Impero d’Etiopia, da Ato AbebeGedel e Wzo. Yeshemebet Wolde-Aregay il 14 ottobre 1932, tre anni prima dell’invasione italiana del suo Paese. Giovanissimo e di nobile e agiata famiglia francofona, era stato educato in una delle migliori scuole primarie del Paese, la “Ras Tafari Makonnen” e in quella della “Alliance Française” dal 1939 al 1946, completandovi la sua istruzione elementare e media “magna cum laude”. Era poi stato iscritto al Liceo “Gebre Mariam” per compirvi l’istruzione secondaria e vi aveva conseguito il baccalaureato (l’equivalente della nostra maturità classica) nel 1953, sempre “magna cum laude”. Dopo il baccalaureato, s’era recato in Francia per proseguirvi gli studi superiori e vi aveva soggiornato dal 1953 al 1967. Durante i suoi 14 anni in Francia aveva frequentato i migliori istituti universitari e di ricerca, plurilaureandosi. Dal 1954 al 1957 aveva infatti frequentato la Facoltà di Giurisprudenza dell’Istituto di DirittoComparato e, conseguitovi il baccalaureato in Legge, aveva lavorato col Prof. Tublana in vari progetti di ricerca e come docente. Dal 1957 al 1960 aveva poi frequentato l’Istituto di Studi Giuridici di Parigi, ove aveva lavorato in vari altri progetti e preparato la I Conferenza Internazionale di Studi Etiopici. egli anni 1961-63 aveva frequentato la Scuola Pratica di Alti Studi alla Sorbona e vi aveva studiato Etnografia Storica dell’Africa Orientale e Scienza dell’Amministrazione. Aveva completato con successo, “magna cum laude”, questi studi e conseguito la licenza in Lettere. Dal 1962 al 1964 aveva frequentato anche la prestigiosa Università della Sorbona e conseguito il dottorato con una tesi di laurea sull’evoluzione della proprietà agraria nello Shoa dal XIX al XX secolo. Per gli studi compiutivi dal 1965 al 1967, aveva poi conseguito il “ dottorato di Stato in Letttere” (il più alto livello di stuidi accademici in Francia) alla Università della Sorbona con una tesi sulla storia sociale dell’Etiopia nei ss. XIX-XX con special enfasi sul regno dell’Imperatore Menelik II. Per condurre questa ricerca a Parigi, il Governo francese gli aveva addirittura messo a disposizione tutti i documenti riservati di maggiore importanza, archiviati in varie istituzioni pubbliche francesi. Nel 1967 faceva ritorno al suo amato Paese natale. Vero poliglotta, era perfetto padrone delle lingue amarica, araba, francese, geez, greca classica, harari, inglese, italiana, latina, oromo e zigrina. Aveva pubblicato un gran numero di lavori fondati su vastissime ricerche, quali quelli svolti per gli “ Annali d’Etiopia ”. Inoltre aveva preso attiva parte a simposi nazionali e internazionali, storici, linguistici, culturali, sull’Etiopia e sull’Africa. Ancora, egli era stato Segretario del Consiglio Preistorico Panafricano. Per questi suoi contributiaveva ricevuto innumerevoli lettere di apprezzamento, come pure molti premi al merito. Citiamo qui tre (l’elenco sarebbe lunghissimo) delle sue pubblicazioni: •L’origine e lo sviluppo dell’agricoltura in Etiopia (1971); •Storia del monachesimo nell’Etiopia antica (1981); •Storia dell’Etiopia da Axum alla Rivoluzione (2002). Inoltre, in occasione del Bicentenario della Rivoluzione Francese aveva tradotta in amarico e pubblicata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Già autore del “ Dizionario Francese-Amarico ” (2004) e del “ Dizionario Amarico-Francese ” (2005), aveva redatto, in collaborazione con i Proff. Stefano Bonizzato, Roberto Campione, Michele Congiu e mia, per il nostro Ministero degli Affari Esteri, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura in Etiopia, il “ Dizionario Italiano-Amarico ”, in corso di stampa almomento della sua morte. Commendatore dell’Ordine di Haile Selassie (Etiopia), Cavaliere della Legion d’Onore e dell’Ordine ‘ au Mérite ’, Commendatore ‘ des Art s et Lettres ’ e Grand’Ufficiale ‘ des Palmes Axademiques ’ (Francia), il Prof. Berhanou ha dato al civile progresso dell’Etiopia contributi professionali unici nei campi della storia e delle relazioni internazionali, degli studi sociali e della storia, della scienza e della tecnologia. Ha spiegato estrema competenza, doti diplomatiche e qualità di comando nell’adempimento di un gran numero di compiti, ivi compresi quelli afferenti alla ricerca scientifica, e nell’espletamento di pubbliche mansioni. Ecco qui molto sommariamente elencati alcuni degli apporti allo sviluppo del suo Paese e dell’intero continente africano: •negli anni 1958-65 è stato docente di Lingue, Storia e Cultura Etiopiche nel Dipartimento di Lingue Orientali dell’Univerasitàdegli Studi di Parigi; •dopo il suo rientro in patria ha ripreso il proprio posto, nell’Istituto di Studi Etiopici dell’Università degli Studi “Haile Selassie I” di Addis Abeba, di ricercatore e docente; •nel 1968, con Lettere Patenti del “Ministry of the Pen” e d’ordine dell’Imèperatore, è stato nominato Direttore Generale dello “ Haile Selassie Prize Trust ” e ha diretto quell’Amministrazione fino alla sua chiusura per circa sei anni; •d’ordine di S.M.I. Haile Selassie è stato nominato membro della “ National Education Commission ” a partire dal 1968; •dal 1961 è stato membro della “ Amharic Labguage Academy ”; •è stato designato dal “Ministry of the Pen” membro del Consiglio d’Amministrazione della “ French-Ethiopian Railway Company ” dal 1972 al 1974; •negli anni 1974-75 è stato alto funzionario del Ministero delle Poste e delle Comunicazioni; •dal 1975 al 1980 Capo delDipartimento per la tutela dei Beni Culturali al Ministero della Cultura e della Gioventù, nel 1976 da quel Ministro chiamato a far parte del Consiglio per la Scienza e la Tecnologia; •dal 1980 fino al suo collocamento a riposo nel 1997, ha insegnato bel Dipartimento di Storia dell’Università degli Studi di Addis Abeba. Dopo il suo pensionamento dalla Università d’Addis Abeba, il Prof. Berhanou Abebe Gedle aveva continuato a servire il suo Paese e il continente africano con l’abituale dedizione, dirittura di carattere e ottima fama, facendo tesoro della ricca esperienza accumulata nel corso degli anni. Per ricordare questo suo impegno, basta citare che: •ha contribuito allo studio ordinato dall’Unione Africana sul genocidio in Ruanda, insieme al Presidente Johnson Sirleaf della Repubblica della Liberia; •ha partecipato quale ‘ osservatore ’ dell’Unione Africana ai negoziati per mediare la pace tra le varie fazioni in guerra nella Repubblica Democraticadel Congo; •è stato rappresentante del “Global NGOs Forum” per la Repubblica Centro-Africana a Ginevra; •è stato membro e designato Vice-Presidente della nascente Università “S. Tommaso d’Aquino” della Chiesa Cattolica Etiopica; •è stato infine ‘ osservatore ’ dell’Unione Africana nelle elezioni in Zimbabwe, dove decedeva per improvviso malore. La sua morte è stata una grave perdita non soltanto per la sua famiglia, gli amici e i colleghi, ma pure per l’Etiopia e l’Africa da lui tanto amate, che sono state private di un uomo di eccezionale statura culturale e impeccabile carattere, di un saggio amministratore e di un eccellente diplomatico. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui dal 2004 al 2007 ad Addis Abeba e aver tratto insegnamento da questa amicale collaborazione. Berhanou è stato un sincero amico del nostro Paese e un ottimo conoscitore della lingua, della letteratura e della cultura italiane. Allorché in Etiopia da parte anglosassone epersino da qualche fonte italiana si gettava discredito e onta sul nostro Paese, egli, che pur legami di sangue legavano alla famiglia di Ras Makonnen, il vincitore do Adwa e quindi ad Haile Selassie, non ha esitato un solo istante a difendere l’onore e la dignità dell’Italia e di ristabilire, occorrendo, la verità, perché era amante del nostro Paese e delle nostra regione, che aveva più volte visitato e di cui conosceva, forse anche meglio di noi stessi, storia, cultura e costumi. Come una volta mi scrisse, si dichiarava incantato innanzi “ auz splrndeurs de la langue de Dante ”. E’ stato sempre solerte amico della comunità italiana in Etiopia, dando testimonianza della sua nobiltà d’animo e del suo sentirsi, con noi, italiano, pus senza mai omettere che si sentiva fiero d’essere etiopico. Nutriamo speranza che questo faro di italianità in terra d’Etiopia non si sia con lui spento e che in avvenire continui, attraverso i suoi numerosi discepoli,ancora a far luce. Certo che i miei connazionali e io, che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo nel suo Paese, e quanti all’estero hanno potuto leggere i suoi scritti o con lui corrispondere, mai cesseremo di ricordarlo.
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