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FORMA VRBIS ROMAE
PIANTA MONUMENTALE DI ROMA
PER IL GRANDE GIUBILEO DELL"ANNO DUEMILA

Tratto dal volume Forma Vrbis Romae
Pubblicazione della Biblioteca Apostolica Vaticana

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Il progetto della "Forma Urbis Romae. Pianta Monumentale di Roma per il Grande Giubileo dell'Anno Duemila" è nato dal proposito di mantenere viva la secolare tradizione di pubblicare una immagine cartografica a stampa della città in occasione della ricorrenza dell'anno giubilare.
Si è voluto quindi, anche per il presente evento giubilare, realizzare una pianta che illustrasse la città nel suo aspetto attuale e che fosse al tempo stesso un'opera originale, artistica e celebrativa, in grado di offrire una visione di Roma nell'Anno Duemila.
L'immagine della città è prospettica e panoramica; una grande veduta a "'volo d'uccello" nella quale gli edifici sono raffigurati in alzato. Per quanto possibile si è cercato di rispettare i rapporti dimensionali degli edifici anche se, in qualche caso, sono stati maggiormente evidenziati alcuni monumenti di particolare rilevanza storica o artistica.
La pianta presenta l'orientamento cartografico tradizionale moderno, con il Vaticano posto a sinistra (occidente), la stazione Termini a destra (oriente) e le porte del Popolo e di San Paolo alle estremità verticali, superiore e inferiore, della rosa dei venti.
2 stata raffigurata la Roma compresa nel perimetro delle Mura Aureliane e si è voluto rendere l'idea della dilatazione della città moderna, con le sue periferie e i quartieri satelliti, attraverso un "capriccio" architettonico raffigurato ai margini della pianta stessa che rendesse simbolicamente testimonianza della metropoli di oggi.
La realizzazione artistica delle parti di "contorno" è stata affidata al Maestro Riccardo Tommasi Ferroni che ha a lungo lavorato in città ed ha spesso inserito nei suoi dipinti vedute fantastiche o reali dell'Urbe. La sua ricca e complessa elaborazione inventiva, caratterizzata anche da frequenti riferimenti alla grande pittura 'classica', ha condotto a risultati di estrema originalità ma, tuttavia, anche in linea con la tradizione.
Nella parte inferiore della pianta egli ha concepito una veduta fantastica nella quale alcune tra le principali realizzazioni architettoniche contemporanee trovano spazio accanto a quelle del passato. Si ritrovano cosi l'aeroporto di Fiumicino nella sua attuale fisionomia dopo i lunghi lavori di ampliamento, l'Auditorium di S. Cecilia secondo il progetto non ancora ultimato, lo Stadio Olimpico, il palazzetto dello Sport, il Palazzo della Civiltà del Lavoro dell'Eur, il complesso di Corviale, la Moschea, la Sinagoga vicino alle basiliche principali, alla fontana di Trevi, alla Piramide di Caio Cestio, alla tomba di Cecilia Metella, al Pantheon e a tanti altri monumenti rappresentativi della città. Altri edifici di fantasia rendono l'idea dello sviluppo, spesso caotico ed effimero, della Roma moderna, coi suoi cantieri, gli agglomerati periferici (che si estendono fino all'orizzonte, sin quasi al Soratte), le grandi arterie di scorrimento, il traffico. Una fiume di macchine circonda i monumenti antichi. Anche questi sono oggetto di interventi di restauro: il Colosseo e la cupola di S. Ivo alla Sapienza, presentano impalcature e ponteggi.

I disegni a penna originali di Tommasi Ferroni sono stati tradotti graficamente dagli incisori Patrizio Di Sciullo e Giuseppe Greco, professionisti giovani anagraficamente ma in grado di padroneggiare una tecnica tanto antica quanto difficile. Essi hanno svolto un lavoro meticoloso, durato oltre un anno, che per essere compreso nella sua reale entità va esaminato con attenzione.
La stampa delle matrici è stata eseguita nella Calcografia dell'Istituto Nazionale per la Grafica da Antonio Sannino, capotecnico calcografo di lunga e assai conosciuta esperienza.
Qui di seguito vengono riportate alcune informazione tecniche riguardanti la stampa e la sua realizzazione e viene altresì delineato un breve profilo artistico-professionale delle personalità coinvolte nell'opera.

I DISEGNI PREPARATORI

Per la realizzazione della pianta era innanzitutto necessario avere una raffigurazione prospettica e attuale di Roma; corretta per quanto possibile, sebbene, come è stato già anticipato, senza quelle pretese di "esattezza" scientifica, quali possono essere assicurate, per esempio, da un puro rilievo aereofotogrammometrico, essendo le finalità della pianta stessa eminentemente celebrative.
Tale disegno è stato fornito dalla casa editrice Palombi che aveva già prodotto una Charta Ronza, una pianta in prospettiva, realizzata con elaborazione al computer di planimetrie, rilievi topografici ed anche riprese fotografiche aeree e di singoli monumenti della città. Il disegno originario è stato successivamente ampliato fino a comprendere tutta la città esistente dentro le mura ed è stato poi completamente rivisto in più punti per modificarne le schematizzazioni formali.
La rappresentazione l'al tratto" dell'intera pianta è stata quindi ridisegnata ex novo dagli incisori che hanno provveduto ad apportarvi ulteriori modifiche. Si è cercato, inoltre, di aggiornare la topografia cittadina, documentando graficamente anche i nuovi pro-etti dell'assetto urbano previsti in occasione del Grande Giubileo. Per diversi spazi urbani oggetto di interventi (come l'area di S. Giovanni in Laterano, quella del sottopasso di Santo Spirito, quella di Piazza Risorgimento) ci si è valsi della -collaborazione dell'Ufficio tecnico del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e dell'Agenzia Romana per la preparazione del Giubileo che ha, ugualmente, fornito i piani dei progetti di massima.

Il disegno definitivo della parte di contorno di Riccardo Tommasi Ferroni suddiviso in due grandi fogli, è stato eseguito a penna con inchiostro nero con effetti tonali simili a quelli ottenuti da un disegno a punta d'argento. Inizialmente l'artista ha ideato anche tre bozzetti preparatori per i quali alcune indicazioni di carattere generale, sugli edifici da inserire e le simbologie desiderate, sono state fornite dal comitato scientifico per la Pianta. Sono stati infine realizzati almeno una ventina di disegni con studi di particolari, che verranno prossimamente mostrati al pubblico, insieme con la pianta e le matrici calcografiche, in occasione di alcune esposizioni pubbliche che la Biblioteca Apostolica Vaticana intende realizzare nell'anno in corso.

TECNICHE DI REALIZZAZIONE

La pianta è stata incisa su rame ad acquaforte e bulino; per la sua realizzazione sono stati utilizzati circa cento chilogrammi di rame crudo preventivamente preparato e laminato.

La pianta è stata suddivisa in nove lastre dallo spessore di 2 mm. Si è scelto un formato di circa 50 x 60 cm per ogni tavola poiché tali dimensioni permettevano di poter disegnare e incidere agevolmente e con evidenza anche gli edifici di minori dimensioni. Al tempo stesso, questo formato permette di poter inchiostrare e stampare facilmente ogni matrice.
Le lastre in rame sono state quindi cosparse di cera per l'acquaforte (vertice preparata dagli incisori e composta da: bitume giudaico, mastice in lacrime, cera garzuolo, trementina veneta e trementina) che è stata successivamente affumicata con stoppino e petrolio.
Gli incisori hanno quindi provveduto a trasferire, con un'operazione di spolvero, il disegno preparatorio (realizzato dall'unione di quello fornito da Riccardo Tommasi Ferroni per la parte marginale e quello rielaborato dagli incisori stessi per la parte cartografica) e ad inciderlo con punte ed aghi sulla vertice ricoprente la lastra.

Si è successivamente passati alla morsura con l'acido. Come mordenti sono stati utilizzati il percloruro di ferro al 50% ed il Mordente Olandese (acido cloridrico, clorato di potassio, sale e acqua). Le lastre sono state protette nel retro durante le operazioni di morsura con plastica adesiva e i bordi con nastro robusto.
Sono state eseguite delle morsure multiple. La parte cartografica ha avuto bisogno di una prima morsura di circa tre ore, e quindi di altre tre di mezz'ora.
Per il disegno di Tommasi Ferroni le morsure sono state più lunghe: sono stati utilizzati gli stessi mordenti maggiormente diluiti e sono occorse sette-otto morsure, con tempi variabili, vista la difficoltà della resa chiaroscurale di un disegno così elaborato e tonale.
Gli incisori hanno infine provveduto a incerare nuovamente le matrici in alcuni punti per effettuare morsure parziali. Le lastre sono state quindi ripulite e sottoposte all'azione bulinistica diretta per definire i particolari. Gran parte del lavoro è stato effettuato a bulino.
Sono stati utilizzati dei bulini a onghiella e dei bulini a sezione romboidale e quadrata di piccole dimensioni, fatti fare su misura dalla ditta svizzera Vallorbe. Questi strumenti sono soggetti ad una notevole usura e sono stati perciò spesso sostituiti nel corso del lavoro.
Per la realizzazione delle finestre degli edifici e per gli alberi sono stati impiegati punzoni a sezione piramidale (quadrati e rettangolari) appositamente costruiti dagli incisori e utilizzati 'a martello'.
Anche l'incisione delle iscrizioni ha comportato un lungo lavoro: dalla selezione delle scritte alla trascrizione sulle lastre dimensionata secondo lo spaziò a disposizione, ed infine, all'incisione vera e propria attraverso il procedimento già descritto.
Le lastre sono state quindi lucidate a specchio, con pasta abrasiva, e preparate per la tiratura calcografica a mano. Questa operazione è molto laboriosa ed implica un lungo tempo di lavorazione; ogni lastra è stata inchiostrata con inchiostro calcografico Charbonnel ed è stata quindi sottoposta all'accurata azione di pulitura, con la tela tarlatana. La pulizia dell'inchiostro eccedente è avvenuta 'a velo' per la parte figurata del disegno di Tommasi Ferroni e 'a palmo' per le altre zone. La lastra così preparata è stata stampata con il torchio calcografico.
La carta utilizzata per la stampa è della qualità Magnani-Pescia, carta per acqueforti n. 3030.
Le prove di stato e di stampa sono state realizzate presso la Stamperia della Calcografia dell'Istituto Nazionale per la Grafica. La tiratura generale, invece, presso la stamperia romana 'il Cedro' dell'editore Corbo.


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