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Emergenze
transformiche del gesto pittorico
a
cura di Giorgio Segato
Negli anni recenti Ennio Calabria è venuto chiarendo sempre più
e meglio le ragioni del suo dipingere, ragioni tecniche e culturali,
eminentemente motivate dalla necessità di restituire senso e credibilità
all'esercizio di un'arte che, oggi, si deve confrontare "corpo a
corpo" con i mezzi tecnologici della produzione e diffusione dell'immagine,
con la rapidità di offerta e consumo, con la labilità dei sedimenti
con conseguente scadimento della prensilità visiva e della reattività
critica e di rielaborazione personale. La riflessione teorica di
Ennio Calabria analizza e mette in evidenza i caratteri forti dell'intervento
pittorico, all'interno di una dinamica modulazione della materia
su un supporto che diventa spazio profondo di emergenza energetica,
in metamorfosi e continue transmorfosi, come espressioni della complessa
sfaccettatura dell'identità umana da cogliere, evidenziare, far
risuonare come vitale, presente, attiva. Così la sua pittura non
si rivolge alla rappresentazione e a una ricomposizione logica,
sintattica, della forma, bensì a uno scavo dentro la materia psichica,
sentita come territorio magmatico incandescente, effusivo, in cui
si sciolgono e si miscelano ? per riaffiorare come materia plasmabile,
disponibile ? i nodi dell'inconscio, i grumi di memoria prossima,
personale e anche collettiva, di sedimento genetico. Con un'energia
rinnovata e un'alta capacità di determinazione plastica del colore,
Ennio Calabria sembra tuffarsi e immergersi dinamicamente in questo
movimento quasi di libero caleidoscopio di visionarietà organica,
in cui sembrano ritrovare forza espressiva tessuti, corpi, nuclei
di vissuto più che emozioni, sentimenti, con una tensione verso
la forma quasi da scultore che plasma materia cromatica, ma senza
bloccarla in una mimesi figurativa, e privilegiando invece, la percezione
di un'arrestabile motilità dei contenuti interiori. E tutto questo
non tanto come conseguenza delle sollecitazioni e dei condizionamenti
esterni, ma come capacità di reazione, e anche di rifiuto, rispetto
alle mutazioni indotte dall'esterno, e riscoperta e valorizzazione
delle energie naturali, psichiche, nelle dinamiche creative profonde
dell'individuo. Ennio Calabria non perde di vista ? neppure per
un istante ? l'uomo, le sue facoltà mimetiche ma anche ? nelle situazioni
più ottimistiche e progettuali ? la sua straordinaria elasticità
costituzionale e, insieme, a me pare, la sua appartenenza alla natura,
alle dinamiche creative della natura, alle sue forze sorgive e continuamente,
originalmente, rigenerantisi nel contesto esistenziale mai del tutto
prevedibile: sogno, inconscio, prensile proiezione dello sguardo
e intelligenza visiva, tensione espressiva e insieme una fervente
ricchezza di modulazione plasticocromatica, che riscopre, o meglio
reinventa ? in un ritmo di allusioni segniche, di chiaroscuri materici,
di gesti "impliciti" nei moti energetici ? la figura, sono i caratteri
attuali, e ancora ? in senso lato ed etico ? davvero "politici",
dell'atto pittorico di Ennio Calabria, bene scandito, umorale, di
alto spessore e denso, corposo, capace di restituire "senso" (direzione
e significato, oltre che imprinting sensitivo) al fare pittura come
originale e significante "creazione di immagini", così come Carlo
Ludovico Ragghianti intendeva la produzione artistica.
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