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La
sostanza del colore
a
cura di Paolo Levi
( ... ) Ennio Calabria, pittore tra i più completi e importanti
dell'arte italiana contemporanea, è al proposito un caso raro, potremmo
azzardare unico. Non tanto per la sua coerenza di figurativo colto
e sofferto in epoche dominate dall'adesione spesso di maniera e
di comodo all'informale, ma per la consapevole lucidità del suo
itinerario artistico, nato da un serrato confronto con il reale
e con la potenzialità e i limiti della propria soggettività. "Penso
che l'artista" debba continuare a porre il proprio "sè" oscuro come
oggetto della comunicazione e la tensione alla comprensione e sperimentazione
del proprio "sè' come primario stimolo alla ricerca", ha scritto
recentemente nella prefazione di un catalogo che raccoglie la sua
produzione degli ultimi dieci anni, ed è proprio in questo suo sforzo
di comunicare e nella sua idea di pittura come autoanalisi dell'io,
che va ricercata l'originalità della sua poetica. ( ... ) In queste
sue opere recenti sono rari gli scorci vertiginosi a cui ci aveva
abituato, sorta di vortici formali in cui pareva vacillare il punto
di vista in un ingegnoso precipitato cromatico. Eppure, anche in
quell'apparente disorientamento, Calabria riusciva a parlarci chiaro,
come ha sempre cercato di fare fin dai suoi esordi di pittore: l'anima
segreta di quel caos ordinato era la consumazione delle certezze,
e forse delle ideologie, era la crisi, insomma, e la consapevolezza,
dei nuovi tempi che si annunciavano. Ancora un volta, anche nell'incertezza,
Calabria era stato fedele a se stesso e al suo trasparente realismo.
Oggi, anche quella sua fase introspettiva e sottilmente drammatica,
pare superata in una chiarezza e distinzione più alta, e in una
riconquistata certezza. 'L'artista è un magnete sensibilissimo e
ricco di memoria. Questo magnete vibra al contatto della realtà.
Queste vibrazioni sono l'informazione e il valore più sicuri, da
porre al centro della riconquista, da parte dell'artista, del suo
ruolo d'adulto", ha scritto ancora Calabria, volendo ribadire che
non è possibile maturità artistica al di fuori della consonanza
con la realtà e le sue domande. C'è più saggezza nell'ultimo Calabria,
più sapienza del distacco. Pare strano ribadire simili doti in un
pittore già cosi maturo e sapiente, ma la parabola dei grandi artisti
si dipana spesso in scarti lievi e impercettibili, in microscopiche
svolte. Calabria sembra esser giunto ad una di queste stazioni fantasma
sul suo tragitto, altrimenti rettilineo e preciso, e non e un caso
che nulla del suo passato sia apparentemente perduto. Ha raggiunto
la sensibilità dei veggenti, ma vi è riuscito senza mai perdere
di vista la terra.
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