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Il senso dell'uomo nell'ininterrotto metamorfico

a cura di Angelo Calabrese

Nascono da un'esigenza istintiva e profonda i viaggi di Ennio Calabria nei processi vitali; la sua ricerca si espande per ogni immissione n egli accadimenti che si susseguono in interferenze e c o i nvolgimenti metamorfici: la sua arte visualizzata il d iventare dell'energia che, mentre s'aggruma all'evidenza di una forma, altre ne disgrega in flussi che rigenerano quelli da cui sono stati a loro volta generati. Come l'inconscio glieli fa percepire, così la sua creatività dà vita ad impulsi energetici che ora dilatano, ora contraggono il loro respiro, ora si modulano in e l evazione, ora trapassano evidenze di soglia, epifa-nie le cui ragioni si correlano a quelle ineludibili della scienza: in questo il maestro si conferma originale, i m p egnato, attuale. L'opera d'arte e la realtà non possono che inverarsi per chi si riconosce testimone del suo tempo, vissuto tra le massime contraddizioni e le insperabili conquiste del post-moderno, che ha visto cadere grandi nar-razioni e mono-miti, che è propositivo per nuovi contenuti e pertanto costituisce una irripetibile occasione per riaffermare il senso dell'uomo nella società: Calabria non rinuncia a questa speranza. Alla sua assenza d'uomo artista, affrancato per natura da fanatismo e oscurantismo e attento alle conquiste scientifiche, grazie alle quali si è dissolto la paura del determinismo universale, si sono riconosciute proprietà del macrocosmo e del microcosmo complessità e impredicibiltà, si è evidenziato il comportamento dinamico dei cosiddetti sistemi caotici, è apparso chiaro che il concetto di probabilità è impli-cato anche nel destino dell'universo . Chi legge in una struttura edificata la danza deg l i elettroni che le consente di stare in piedi, ragiona in maniera diversa da chi non ha dimistichezza con la percezione del mondo subatomico. Si libera da ogni preconcetto ed è pronto a mettersi e mettere tutto in discussione chi non ignora che la sua meccanica quantistica "… ha sancito la perdita di cinque capisaldi della coscienza, quali l'oggettività, la certezza, il determinismo, la casualità e la completezza"(Simona Cerrato). Di fronte alla tela bianca Ennio Calabria si pone ora disposto a farsi tramite delle proiezioni del suo inconscio, ma quanta coscienza ha interiorizzato, quale patrimonio di scienza e esperienza fa parte del suo profondo: irrompono queste energie di pensiero e vanno ben oltre il fenomeno. Interpretano infatti l'invisibile in procedimenti che non perdono di vista le più attuali conquiste scientifiche. La scienza non è un'illusione; Freud ci ammonisce a non cedere all'illusione che pretende di trovare altrove quello che la scienza non può darci. E' pur vero che il mondo è tanto più vasto del dominio scientifico, ma di teoria in teoria, di applicabilità in applicabilità quanti limiti vengono superati nel tempo. Giuliano Toraldo di Francia, a proposito della realtà della scienza, conferma: "Dunque la scienza, non è affatto un'illusione, purché la si applichi al dominio nel quale essa è valida e sa dare le risposte ". Un forte artista, la cui natura acutamente critica coglie appieno la radicale eccezionalità della svolta epocale in cui tutto si velocizza in accelerazione, mentre si fanno lentissimi i tempi di recupero umano, non è certo insensibile ai prodigi della biologia molecolare che interviene sul patrimonio genetico con tutto il bene e male e che ne derivano e non sono al momento valutabili. Quando la creatività deve fare i conti con l'inform azione, la comunicazione immediata, i mutamenti genetici, i trasporti fulminei, affronta i fenomeni con un'immedesimazione che sprigiona forze vitali, sdegna i consueti orizzonti, diventa fonte di conoscenza reale: è la realtà che si articola in energ i a . Non è difficile accostarsi alla più recente stagione c r e a t iva di Ennio Calabria, specie se lungo i sentieri interpretativi è proprio lui a chiarirci la sua visione del mondo nel tempo della massima modificazione, dell'imminenza, degli scompensi storici, della natura che si ribella e rigenera le sue favolose energie . Pe rmesso che si definisce "un pittore del rientro nella Società", consapevole però della impossibilità che questa speranza possa realizzarsi senza il nuovo valore che è la distribuzione del valore, uscendo definitivamente dall'ombra del padre" per accorgersi che le uniche informazioni importanti vengono dal tuo sé profondo, e non dal tuo sé ideologico ", l'artista precisa che "noi siamo noi e basta; il nostro sé e basta". Mi piace intendere che le informazioni profonde siano quelle del primordio e dell' ancestro che dal sorgere della vita corredano le vite in successione, arricchendosi di tutti quei contributi genetici che "naturalmente" coniugano istinto di conservazione e pensiero in evoluzione. L'artista che è, come scrive Aldous Huxley," "congenialmente attrezzato a vedere", e, aggiungerei, a configurarsi come sentinella di registro alle soglie della percezione, specie quando investiga oltre ciò che è utile biologicamente e socialmente, è chiaroveggente, espressivo interprete dell'insondabile agli occhi comu ni. Ennio Calabria interpreta labirinti energetici, affioramenti ed intrecci di natura ed umanità che si propongono "reali" per tutti. Si tratta di un'oggettività che ha fondamento scientifico e vive di quella musica di senso godibile nel fluire energo cromatico, per cui il mare è dipinto con il mare e l'aria con l'aria. Le evidenze affioranti dalla contemporanietà sono solo indicative di una singolare consapevolezza d'essere nella trasformazione, ma certamente il maestro ne prende atto quando l'opera gli si propone in quella visibilità che esige il momento meditativo-contemplativo. Le complesse tensioni dell'immaginario, che esprime l'intelletuabilità metamorfica tra infinite interferenze di realtà che vivono la loro transformanactionem nel trasformarsi dell'esistente, comunicano che le funzioni sono necessarie, ma la vita è un'altra cosa. Distanze, vicinanze, commistioni di necessità che oppongono le misure all'incommensurabile, la nostalgia, la malinconia, la consapevolezza dell'indecifrabilità, vissute come passione pittorica che non rinuncia all'uomo come progetto che riscopre il ru o l o che si è dato, e lo ritrova proprio come la vita che si m o t iva dal suo ancestro, perché quello che accade è già accaduto, specie nel percorso biologico, segnalano i nuovi percorsi di Calabria tra i più suggestivi del nostro tempo. Sul versante della sua indagine, tanto organico alla forza della pittura che, nello specifico, non credo abbia concorrenti significativi, è fiorita tanta indagi-ne critica e le diversificate motivazioni confermano che il pensiero, nel suo divenire, ha varie visualizzazioni energetiche. Tutto sarebbe diverso se tra il pennello e la tela ci fosse una scelta di partenza, ma l'artista ci assicura che la sua mano si muove seguendo impulsi energetici che contraddicono la logica della geometria che gli è di fronte. E ' affascinato dalla realtà che esiste divenendo e la interpreta evocando seg ni sogni di luci, ora semplici, ora complesse, mai stravaganti, al più proiettive, oltre i giochi frattali, oltre i simboli secolarizzanti che pur d evono essere percepiti perché appartengono all'uomo che negherebbe se stesso variandoli. Ennio Calabria è partito dall'infanzia del mondo per avere a portata di mano, di visione d'intuizione confermata, tutti i sentieri del mondo vivente e nel divenire ha giustificato l'assoluta novità, data la portata e i coinvolgimenti della svolta epocale in atto. Ha incontrato strutturalmente il reale assoluto e ha superato, quindi, quel "reale per…" che è antropologica variabile per le tutte latitudini. Contano poco a questo punto anche le eventuali allusioni alle ascendenze culturali: vissute per ben altre comunicazioni, decontestualizzate, pur nella innegabile somiglianza nulla avrebbero in comune, appartenendo ad universi di gran lunga diversi. Gli "enti " che l'arte visibilizza sono alle radici del mondo, tanto elementari da essere congeniali alla sapienza e all'innocenza. Ennio Calabria di fronte alle sue informazioni, di fronte alle energie che ha dipinto mentre vanno a farsi forme, a prendere la forma, a divenire orme, a ritrovarsi energie, è uomo del suo tempo, logico e bambi-no: tanto si conosce e tutto è da scoprire nell'universo che si dilata e, se contrae le sue energie, le ritrova nelle forme che si differenziano per indifferenziarsi. In tutto questo qual é il senso ruolo dell'uomo? Ha aperto gli occhi alla natura, ne ha appreso alcune leggi, sta "divenendo " in accadimenti che si accelerano nel tempo, dato che gli spazi noti sono asfittici e quelli da investigare esigono tempi lunghi perché troppo lontani. Il rischio è immenso, ma la vita è regola e desiderio: dopo la catastrofe riprende il percorso, pronta all'imprevedibile, estranea alle ragioni della ragione, al disappunto dello scienziato. Mi piace a tal proposito citare Einstein che, rivolto a Max Born, 29/1/1924, afferma: l'idea che un elettrone esposto ad una radiazione scelga liberamente l'attimo e la direzione in cui vuole saltare mi è insopportabile. In questo caso preferirei fare il ciabattino o addirittura in croupier in un casinò piuttosto che il fisico ". Calabria è del suo tempo, appartiene con il suo disagio e i suoi brividi al suo esilio; sa che le generazioni dell'era digitale hanno vantaggi evolutivi e perdite significative, sa anche che l'identità personale e il corretto rapporto con l'altro necessitano di una corretta comunicazione: non vi contribuiscono né l'utopia anarchica, né la creatività virtuale. Ecco perché tra le esasperazioni dei disagi, delle modificazioni, delle tensioni, che si risolveranno solo nel tempo della continuità, dove progettualità e realizzazione si concilieranno in vista di progressive conquiste, egli propone un immaginario di dinamiche interferenti dell'interiorità e della fisicità naturale e auspica negli eventi che dall'energia portano alla forma e alla forma si evolvono per le vie più strane e contraddittorie, il recupero del valore fondamentale dell' esistenza. Negli eventi metamorfici irrompono le probabilità: spetta all'istinto di conservazione coglierle lungo i viaggi di Enea e di Ulisse che deve affrontare chi fa rotta al "Sé", con la consapevolezza che l'eticità ci impone di agire in nome degli uomini che si incontrano per tutti i quattro punti cardinali. Le "larve" di Calabria appronderanno ad un mondo rinnovato e l'augurio è quello che si realizzi una speranza d'umanità. Sulla sua Lunghezza d'onda, che esige conciliato il primordio e gli uomini esclusi dal processo con la tecnologia avanzata e con i signori della comunicazione che dominando il presente, impongono il loro potere anche alla storia e alla memoria, sono anch'io decisamente portato a sperare che il senso umano ritrovi le sue irriducibili ragioni. Spero che l'arte "profetica" del Maestro che fa poesia nel tempo dell'incertezza trovi riscontro nella verifica di probabilità realizzate. Temo intanto con Edgar Morin, un rischio non improbabile per cui "…al posto di una sintesi feconda tra ordine e disordine di cui dovrebbe consistere il progresso, vediamo delinearsi la giustapposizione di un ordine rigido, garantito dagli apparati implacabili, e di un disordine non creatore, nel quale si dissolveranno le regole civili ". Intanto l'arte di Ennio Calabria, realmente transculturale, nuovissima, nel senso di magicamente primordiale e viva nel presente che s'infutura con le dinamiche che da sempre universalmente ci coinvolgono, a ffascina, meraviglia, lascia pensosi. E ' familiare e distante, travagheggianti di forma e intrusioni larvali, tra istintività animale e atmosfere di presagi, mentre concrete solitudini sono trapassate da aerei flussi e giochi di luci che fanno coesistere visioni di ore diverse nel "senza tempo" che fluisce e trasforma. Stupiscono quei grovigli vigorosi che s'avvitano levitando nella luce che disfa le membra, si trasforma in respiro, vola con l'epifania d'evento che i rrompe, accelera la fuga incalzata da un guizzo di colore che s'espande e domina le spersonalizzazioni travolte nella marea della vita: si scompare per rinascere? Nel corpo della vita l'energia ritrova la forma; l'inerzia in natura è solo illusione; gli equilibri sono precari e se l'insipenza dell'uomo li altera, muta più celermente, in primordiale violenza, l'assetto delle cose sotto il cielo. Ennio Calabria nell'inesorabilità del tutto scorre , nella natura che etimologicamente significa "tutto ciò che sta per nascere", nell'energia celata nelle form e che incessantemente si trasformano, ripropone il momento etnico, l'autocoscienza. Propone una pittura difficile, tormentata, viva come la vita identica a se stessa nella sua tonalità sempre varia nell'attività delle epifanie. La pittura che coniuga energia del profondo all'evidenza dell'ineluttabile stimola a pensare; o non è poco per le generazioni che hanno necessità di una chiave interpretativa dell'esistenza, tenendo conto che, se l'immagine, secondo Roland Barthes, è "ciò da cui io sono escluso, ciò che esiste senza che io possa esservi dentro", la realtà dell'immaginario di Calabria è quella dalla quale nessuno e niente, nella natura universale, è escluso.

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